Apple disereda i figli all’estero
Che Apple entri nella libreria personale e privata di iTunes per regalarci un album degli U2 anche se non richiesto, è possibile pur se opinabile. Che poi decida chi può far parte della nostra famiglia, questo no, non è ammissibile. Eppure è così, a quanto pare. Andiamo per ordine.
"In famiglia – si legge sul sito Apple – è la nuova funzione che porta armonia nella vita digitale di casa. Fino a sei persone possono condividere gli acquisti fatti su iTunes, iBooks e App Store, anche se hanno account diversi. Si paga tutto con la stessa carta di credito, e sei tu ad approvare le spese dei tuoi figli direttamente dal tuo dispositivo. Puoi condividere anche foto, calendari e tanto altro: è il modo più facile per tenere ancora più unita la famiglia".
Chiaro no? Anche nelle noticine scritte in caratteri minuscoli a fondo pagina non ci sono apparenti controindicazioni: "Per usare la funzione 'In famiglia' devi avere effettuato l’accesso ad iCloud e iTunes con un ID Apple personale". Già, ma se avete un figlio o un parente stretto che studia o lavora all'estero, e dunque vuole comprare app nel paese in cui vive, per Apple non è "famiglia".
Per scoprire l'arcano si deve scrivere al Supporto Apple che, gentilmente, risponde indicando un link altrimenti difficilmente raggiungibile. In basso, nella sezione "ulteriori informazioni", si legge: "Tutti i membri della famiglia devono usare lo stesso Paese o la stessa area geografica per l'iTunes Store".
Apple ha dunque un'idea tutta sua di nucleo familiare: mamma, papà, figli e nipoti non devono varcare la frontiera, altrimenti perdono lo status. E grazie se da Cupertino non ci chiedono pure di passare all'anagrafe, ritirare lo stato di famiglia e spedire tutto via fax!
Certificato di famiglia
Il codicillo ha sapore d'altri tempi, quando per andare all'estero bisognava mostrare i documenti di identità, c'erano le sbarre di confine, internet non esisteva e Erasmus era soltanto un sogno. C'è da restare perplessi davanti a scelte così contraddittorie. Da una parte si annuncia un sistema di pagamento rivoluzionario come Apple Pay e poi si mettono i confini all'iTunes Store. E pensare che proprio Apple ha contribuito, nel bene e nel male, a rendere il mondo più globale.
Apple l'autarchica. Almeno cambiasse nome al nuovo servizio e cancellasse quella frase roboante: "il modo più semplice per tenere unita la famiglia". Sarebbe meglio aggiungere: entro i confini di Stato.