Attenti al Poker online: truffa da 440 milioni di dollari
I responsabili di Full Tilt, un sito web di poker online chiuso in primavera dai federali statunitensi, sono stati accusati di truffa e di aver intascato più di 440 milioni di dollari in 4 anni. L’imbroglio perpetrato ai danni degli utenti segue lo schema di Ponzi, un classico della storia dei truffatori simile alle cosiddette “catene di Sant’Antonio”.
I soldi spillati sarebbero serviti per arricchire le tasche dei proprietari e dei soci del sito, che in totale deve 390 milioni di dollari a giocatori di tutto il mondo, pur possedendone solo 60. Nonostante questa enorme discrepanza gli utenti erano continuamente rassicurati sulla certezza (illusoria) di poter ritirare i loro soldi in qualsiasi momento.
Nuovi guai per il sito Full Tilt Poker, questa volta accusato di truffa
“Full Tilt non è un’azienda di poker legittima, ma uno schema Ponzi globale”, ha dichiarato il procuratore degli Stati Uniti per il distretto sud di New York in un comunicato stampa.
“L’azienda non ha soltanto orchestrato una grave frode ai danni del sistema bancario statunitense, come riportato dalle accuse precedenti, ma anche imbrogliato i suoi giocatori per centinaia di milioni di dollari”, spiega il procuratore.
Le accuse precedenti si riferiscono alla violazione dell’Unlawful Internet Gambling Enforcemente Act del 2006. Questa legge statunitense contro il gioco d’azzardo, nata per limitare il riciclaggio di denaro, proibisce ai siti web di poker e scommesse online di sfruttare pagamenti con carta di credito o attraverso istituti bancari statunitensi.
Molti utenti non hanno capito il bluff e sono finiti nelle grinfie di Full Tilt anche dopo gli eventi di questa primavera
Full Tilt e altri grossi nomi come PokerStars e Absolute Poker erano stati accusati di aver violato questa legge, operando su server stranieri ma con banche statunitensi. Da qui le accuse di questa primavera con conseguente chiusura di conti bancari e di domini internet (Poker online a rischio: Pokerstars riciclava denaro).
Tuttavia, Full Tilt ha continuato a intascare i soldi degli utenti anche dopo queste accuse, seguendo lo schema a catena che deve il suo nome allo storico truffatore italiano immigrato negli Stati Uniti, Charles Ponzi. Da qui la decisione d’intervenire con un secondo procedimento giudiziario.
E ora, chi ripagherà i giocatori truffati? L’avvocato dell’azienda, “stranamente” irreperibile in questi giorni, non ha potuto commentare immediatamente la vicenda.