Berlusconi imbufalito per l’asta: è una legge ad personam!
Il Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera non esclude la possibilità che il beauty contest possa trasformarsi non solo in un’asta ma rivolgersi anche agli operatori mobili. Ieri durante la trasmissione di Rai 3 “Che Tempo che fa” è in andato in onda l’ultimo colpo di scena di questi giorni. “Di fronte ai sacrifici chiesi agli italiani, pensare che un bene di Stato possa esser dato gratuitamente non è tollerabile e, verosimilmente, non lo tollereremo”, ha confermato Passera a Fabio Fazio”. Una dichiarazione assolutamente in linea con quando avvenuto venerdì scorso, quando il Governo ha accolto nell’aula della Camera i tre analoghi ordini del giorno che chiedevano un impegno in tale direzione.
A questo punto le alternative sembrano essere numerose: non si parla più solo di asta a titolo oneroso. “Può essere una cosa un po’ diversa non decido da solo, ho preso l’impegno di fare delle proposte al governo. Probabilmente le ragioni di mercato e tecnologiche che hanno portato alla decisione del Beauty contest si sono modificate“, ha aggiunto il neoministro.
Passera e Wonder Woman
Probabilmente ad essersi modificato è soprattutto il peso politico di Silvio Berlusconi, che ovviamente non vede di buon occhio questa piccola inversione di marcia. “Questa sì che è una legge ad personam, una ritorsione contro di me. Voglio vedere come si attirano gli investimenti stranieri in uno Stato che cambia le regole in corsa”, ha commentato l’ex premier. “Sono sconcertato per le parole di Passera. Come si fa a parlare di procedura intollerabile? Il governo fa un’analisi superficiale della situazione. E si ricordi che è sostenuto da un partito che ha un’idea precisa sul tema“.
Insomma Berlusconi ha deciso di innestare la baionetta, tanto più che ha già ventilato il rischio di ricorsi che potrebbero bloccare il tutto per anni. Senza contare quel “si ricordi” che puzza di ricatto al Governo. In un paese normale l’Antitrust avrebbe fatto sentire la sua voce.
Berlusconi irritato
Ovviamente è ancora presto per le contro offensive, anche perché Passera sta meditando su più opzioni. Davvero interessante ad esempio quella di prevedere un’asta con offerta minima di partenza per gli operatori televisivi, e un’altra successiva per quelli telefonici per assegnare le eventuali rimanenti. Non da meno quella di consentire ai broadcaster di trasformare le frequenze ad uso DVB-H (TV mobile) in DVB-T (TV terrestre), com’è stato concesso molto tempo fa a 3 Italia.
In questo modo sia Mediaset che Rai potrebbero sfruttare al meglio un asset che già possiedono (e non utilizzano più), senza comunque superare il limite antitrust di 5 multiplex. Soddisfatta questa esigenza il beauty contest potrebbe essere aperto ai nuovi entranti televisivi e agli operatori telefonici.
Quest’ultima appare, a nostro parere, come la strategia più invitante. Non solo perché Rai e Mediaset non avrebbero più di che lamentarsi, ma anche perché la competizione sarebbe solo fra outsider. “Major americane e due gruppi inglesi hanno manifestato interesse in un’eventuale asta per le frequenze”, ha dichiarato Sandro Parenzo, presidente di Mediapason, società editrice di Telelombardia. “Noi forniremmo la rete, loro i contenuti e unendoci in consorzio, saremmo in grado di presentare un’offerta adeguata”.
Ecco a cosa faceva riferimento l’altro giorno Michele Santoro durante la sua trasmissione “Servizio Pubblico” – rilanciata non a caso dal network di Telelombardia.”Caro ministro Passera, la prima proposta la facciamo noi: un milione di euro per poter avere sei canali e trasmettere da indipendenti. Ed è solo la prima proposta: in una settimana potrebbero diventare perlomeno 100 milioni”, aveva annunciato il giornalista.
E così il cerchio sarebbe finalmente chiuso. O quasi.