Bitcoin è moneta virtuale per combattere la crisi reale
Il prezzo della cyber-valuta Bitcoin questa settimana è salito sopra ai 9 dollari per la prima volta negli ultimi mesi. Il valore della moneta elettronica creata nel 2009 si era stabilizzato attorno ai 5 dollari dopo il crollo registrato negli ultimi sei mesi del 2009, per poi risollevarsi rapidamente e arrivare alla quotazione di ieri di 9,20 dollari, che corrisponde a un balzo in avanti del 40 percento in un mese.
La moneta virtuale vale più di 9 dollari
A farlo notare è stato Timothy B. Lee di ArsTechnica, che sottolinea come a luglio siano state registrate oltre 20mila transazioni Bitcoin al giorno invece delle 10mila del mese di aprile. La spiegazione secondo Lee è da ricercare nell'interesse crescente del pubblico per un sistema di valuta condiviso e protetto. Come spiega Wikipedia, infatti, Bitcoin non si appoggia a un ente centralizzato come le altre valute ma a "un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni e sfruttano la crittografia per […] permettere di spendere Bitcoin solo al legittimo proprietario".
Questo significa che Bitcoin elimina i costi per il trasferimento di denaro e consente di fare a meno delle carte di credito per i pagamenti in Internet. Il rovescio della medaglia è che il suo valore oscilla molto in funzione del numero di utenti che ne fanno uso. Inoltre, in passato c'è stato qualche problema di violazione della sicurezza.
Il valore di Bitcoin è in costante crescita
In un articolo di AllThingsD si spiega che gli europei in particolare hanno iniziato ad appoggiarsi a Bitcoin per paura di perdere i loro risparmi nel crollo di Paesi come Grecia e Spagna, contribuendo a far riprendere il valore della cyber-valuta. Il punto è che molti non la conoscono, per questo di recente sono partite una serie di iniziative per cercare di far conoscere la moneta virtuale a un pubblico sempre più ampio.
The Verge segnala che uno studente tedesco ha costruito un distributore automatico di Bitcoin. Basta inserire una moneta da 1 euro nell'apposita fessura per ricevere in cambio un foglietto di carta con un link che può essere utilizzato a titolo di denaro contante per un controvalore equivalente di Bitcoin (circa 0,15 BTC).
Uno studente tedesco ha inventato il distributore di Bitcoin
Negli Stati Uniti è invece nata Coinbase, una startup che si è posta l'obiettivo di diffondere fra le masse l'uso della moneta elettronica, e che un paio di mesi fa ha incassato un investimento di 164mila dollari da Y Combinator. Un segnale, secondo il fondatore Brian Armstrong, che "gli investitori stanno prendendo sul serio Bitcoin, che a quanto punto ha una reale possibilità di influenzare il settore dei pagamenti".
Questa previsione ovviamente è lungo termine perché le potenzialità sono molte, ma oggi è di difficile applicazione come ha riconosciuto lo stesso Armstrong, che però intende lavorare per fare che si possano integrare nei siti di e-commerce i pulsanti per avviare direttamente il pagamento con Bitcoin, o che si possa pagare la birra al bar con le monete virtuali. Sicuramente l'opzione è interessante, non resta che aspettare.