Esercito USA: addestrati sempre di più con i giochi
L’esercito statunitense sta spingendo l’uso militare di smartphone, videogame e mondi virtuali per sviluppare strumenti d’allenamento coinvolgenti, destinati a una generazione di soldati cresciuta con sofisticati prodotti elettronici di consumo.
“In tempi di crisi e di budget ristretti, questi strumenti sono considerati un supplemento relativamente economico ai più grandi e costosi equipaggiamenti d’allenamento, ma allo stesso tempo riescono a fornire un’esperienza sorprendentemente realistica“, sostiene il Generale Harold J. Greene.
Videogiochi e realtà virtuale aiuterebbero a formare le giovani reclute, risparmiando denaro
L’esercito degli Stati Uniti sta già usando alcuni videogiochi per reclutare e addestrare i soldati e ha cominciato la sperimentazione sui mondi virtuali. Entrambi gli strumenti sono sviluppati appositamente per l’uso militare. Tuttavia, esistono dei lati negativi.
Per prima cosa l’uso di dispositivi wireless sul campo di battaglia è un problema a livello di sicurezza, perché le trasmissioni devono essere criptate. In secondo luogo, bisogna vincere la resistenza e lo scetticismo di alcuni ufficiali di alto rango che troppo spesso considerano questi gadget e giochi inappropriati per l’addestramento a operazioni militari.
Anche il budget è un fattore importante da tenere sotto controllo. Per esempio, l’esercito statunitense spende dai 10 ai 20 milioni di dollari all’anno in licenze, modifiche e sviluppo di videogiochi simulativi riservati all’uso militare.
Un’immagine di VBS 2, il simulatore che consente di riprodurre scenari di guerra reali – Clicca per ingrandire
Sotto quest’ottica le simulazioni virtuali consentirebbero di risparmiare i soldi in equipaggiamento ed eliminerebbero i rischi legati all’uso di munizioni reali. Tuttavia, bisogna sempre vincere l’opinione diffusa che l’allenamento virtuale non potrà mai sostituire quello sul campo, tesi sostenuta da molti ufficiali.
L’esempio che si cita più spesso quando si parla di simulazioni militari è VBS 2 (Virtual Battlespace 2), un software acquistato dal corpo dei Marine nel 2001. Questo simulatore, capace di girare anche su laptop dalle configurazioni non esorbitanti, non ha la grafica sofisticata degli ultimi successi videoludici, ma sfrutta una piattaforma aperta che permette ai soldati l’inserimento continuo di nuovi dettagli.
Negli ultimi 14 mesi i dati inseriti dagli utenti è aumentato del 1200 percento. L’ultima versione permette d’importare immagini aeree e satellitari, in modo che i Marine possano esercitarsi in copie 3D degli ambienti dove si eseguiranno le operazioni reali.
“Non si può simulare la polvere, lo sporco, il calore e lo stress che si prova inevitabilmente sul campo di battaglia, ma credo che la simulazione si avvicini molto di più di qualsiasi esercitazione condotta dal vivo ma su un territorio differente da quello delle operazioni reali”, sostiene il primo tenente Roy Fish, di stanza a Camp Leatherneck in Afghanistan
Questo non è Call of Duty, tengono a sottolineare gli ufficiali statunitensi – Clicca per ingrandire
“Non credete che un software come VBS sia uguale a Call of Duty. Il nostro scopo non è intrattenere i soldati, se non si prende la simulazione seriamente qualcuno ci rimetterà la vita“, ci tiene a sottolineare il primo tenente.
E i mondi virtuali? Possono essere usati con gli stessi benefici, senza la parte relativa al “gioco”. Jeff Mills, coordinatore del progetto Virtual Worlds, dichiara che un istruttore in Afghanistan riuscirebbe ad allenare giovani soldati negli Stati Uniti, dandogli un’idea del territorio e introducendoli a ufficiali locali.
Nonostante Mills sia ottimista sull’uso di questa tecnologia nell’esercito, prevede che passerà ancora molto tempo prima che i mondi virtuali diventino una prassi nell’addestramento delle reclute. Per ora, non resta che aspettare rimanendo a guardare le slide di Power Point, che a quanto pare sarà sfruttato ancora a lungo.