I vincitori e la morale
Quando nella grande Rete si vedono italiani che parlano del proprio Paese ci si imbatte sempre nella grande gara a sminuire l'Italia e le sue competenze, ma la verità è che siamo dei lagnoni: i nostri studenti hanno figurato sempre molto bene un po' ovunque, raggiungendo traguardi importanti e di tutto rispetto. Anche in questo caso, il nostro Paese si è ben distinto.
I due progetti portati da Maurizio e Armando erano sicuramente tra i migliori e veramente interessanti dal punto di vista tecnico, tant'è che il loro talento è stato premiato. Maurizio Abbà ha guadagnato il primo posto per la miglior presentazione, mentre la squadra di Armando Miraglia ha vinto il CFT, dove la maggior parte del lavoro è stata compiuta proprio dal nostro compatriota. Il premio per il miglior poster è invece andato al russo Artem Shumilov, mentre quello per il miglior video è stato assegnato a David Korczynski.
Maurizio posa con Natalia, capo del Kaspersky Lab Education Initiatives, durante la consegna dell'attestato.
Da quanto abbiamo visto in questi tre giorni, è chiaro quanto talento ci sia nelle università di tutto il mondo e quanto i giovani possano dare a qualsiasi settore dell'informatica. La freschezza delle idee universitarie è una molla fortissima per l'avanzamento tecnologico e bisogna puntare sempre più sulla preparazione di queste giovani leve per dare slancio all'innovazione.
Una cosa che è impossibile non notare è che un altro dei punti più lagnosi dell'italiano medio non è poi una prerogativa esclusiva del nostro Paese, ma probabilmente una delle caratteristiche di chi riesce a eccellere: la mobilità. Maurizio Abbà adesso abita e lavora a Londra, Armando Miraglia ha studiato ad Amsterdam, si è trasferito in Finlandia e al momento si trova a completare uno stage di 4 mesi a San Francisco, presso Google.
Armando e la sua squadra mostrano fieri i loro attestati per la vittoria nel Capture the Flag.
È quindi facile pensare "son dovuti andare a cercare all'estero perché qui in Italia non avrebbero trovato la posizione che meritano". Beh, in realtà nessuno degli studenti (tranne gli asiatici) è rimasto nel proprio Paese. David ha spaziato da Londra a Copenhagen; Kangkook Jee è passato dalla Corea del Sud alla Columbia, USA; degli altri due americani, nessuno è rimasto nello Stato di nascita…
Insomma, viaggiare e confrontarsi con altre realtà aiuta la crescita personale e professionale, a prescindere da quale sia il punto di partenza. L'importante è mettersi in gioco e approfittare di iniziative come il CyberSecurity per acquisire competenze nuove e misurarsi con altri studenti