I giornali vogliono incentivi statali per innovare
La Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) vorrebbe che lo Stato attivasse una serie di incentivi per favorire l’innovazione digitale. A fronte di un mercato cartaceo in calo (- 4,3%), crescono gli utenti unici dei siti delle testate nazionali (+ 37%). Ecco quindi un fronte di sviluppo salvifico per il settore, peccato che l’approccio sia quello di sempre: invece che vedersela con il mercato, si bussa alla porta dello Stato. Per altro dimenticando che gli attuali sussidi per la carta stampata (per quanto giusti in alcuni casi) hanno raggiunto un livello imbarazzante. Beppe Lopez ne “La Casta dei Giornali” ha stimato circa 700 milioni di euro.
Sussidi
“Se ne avrebbe una ricaduta amplificata per la collettività e per le stesse finanze pubbliche in termini di imposte e di prodotto interno lordo. Se ne avvantaggerebbe l’intera filiera cui fa capo l’editoria, che è un comparto assai rilevante in termini di investimenti e occupazione”, ha dichiarato il Presidente della Fieg Carlo Malinconico, riferendosi agli effetti di un eventuale sostegno industriale.
“L’editoria subisce le conseguenze di condizioni generali problematiche e incerte, sono particolarmente esposte le due fonti principali di finanziamento della carta stampata: le vendite e la pubblicità “.
Secondo Malinconico gli ostacoli alla ripresa si devono all’inadeguatezza del sistema distributivo, all’assetto del mercato pubblicitario, caratterizzato dallo schiacciante strapotere della televisione e all’impianto normativo che non protegge i contenuti prodotti dagli editori.