La Cina si difende dalla accuse di cyber-spionaggio
La Cina smentisce categoricamente di essere responsabile della serie di attacchi informatici denunciati da McAfee. A fare da portavoce il quotidiano The People’s Daily, megafono pseudo-ufficiale del Partito Comunista Cinese.
“È irresponsabile collegare la Cina agli hacker Internet”, si legge nell’editoriale uscito oggi. Eppure il documento redatto da McAfee lascia intendere che “Operation Shady RAT” sia guidata da un’unica entità nazionale, che ad esempio in prossimità delle Olimpiadi ha scavato nei server dei Comitati e della WADA (World Anti-Doping Agency).
Cyber-war?
“Il rapporto McAfee afferma che uno Stato sia coinvolto in azioni di hacking in grande scala per operazioni di spionaggio, ma le sue analisi chiaramente non reggono ad un attento scrutinio“, continua il quotidiano.
“E per questo con l’aumento quest’anno degli attacchi ad aziende di fama o organizzazioni internazionali, alcuni media Occidentali hanno ripetutamente descritto la Cina come la mano oscura dietro le scene”.
L’unica certezza è che McAfee non ha mai puntato il dito verso la Cina: il suo documento lascia intendere una regia nazionale, ma senza entrare nei dettagli.