La musica gratis costa milioni
Le nuove piattaforme musicali online, come ad esempio SpiralFrog e Imeem, stanno cercando di sperimentare nuovi modelli di business basati sulla pubblicità. Il problema è che le richieste economiche delle major discografiche hanno raggiunto livelli a dir poco incredibili.
SpiralFrog prima di sbarcare online ha dovuto pagare ben 3 milioni di dollari a Universal Music Group: un piccolo antipasto, poiché subito dopo ha dovuto sborsarne altri per le licenze. Imeem si è spinta oltre, poiché ha dovuto mettere sul piatto 20 milioni di dollari e una quota di azioni.
"I contratti sono irrealistici. Se disponi di 15 milioni di dollari per avviare l'attività e devi spenderne 12 solo per pagare le società di contenuti ti rimangono solo 3 milioni per la compagnia. Non conosco nessuno che possa essere in grado di gestire la situazione", ha dichiarato Ted Cohen, dirigente di EMI.
"Si tratta di una situazione di rottura. Nel mondo fisico si paga Wal-Mart per aver il privilegio di vendere musica. Nel mondo digitale si chiede ai partner di essere pagati per fare lo stesso. La situazione ideale dovrebbe essere quella in cui entrambi i fronti si rispettano e fanno soldi".