La Rai per cui pagheremo 100 euro: primi segnali di rinnovamento
Quale Rai potrebbe valere un canone da 100 euro? Difficile rispondere oggi, ma la novità rispetto al passato è che il nuovo direttore generale Antonio Campo Dall'Orto ha un disegno in mente. Lui che ha costruito dal nulla il successo di MTV Italia, posto le basi di La7 e gestito per conto di Viacom canali come Comedy Central, Nickelodeon e BET, corre a passo veloce nei corridoi di Via Mazzini.

La prima mossa riguarda la televisione dei piccoli. Dal prossimo anno basta spot su Rai YoYo. Il repulisti potrebbe toccare anche Rai Storia e Rai 5: i conti sono sostenibili. Un bel messaggio ai telespettatori, come a dire che il servizio pubblico su storia, cultura e bambini può davvero differenziarsi rispetto alle private. E poi con il mercato pubblicitario in leggero recupero l'aumento dei telespettatori sarebbe premiante.
Per altro pare che lo stesso Campo Dall'Orto abbia incoraggiato la concessionaria interna (Rai Pubblicità) ad aumentare i prezzi degli spot, in modo da catturare gli inserzionisti più grandi e quelli medi. Basta con i piccoli pesci che hanno contribuito a far crollare la reddittività. Nel 2008 si parlava di 340 euro al secondo; nel 2014 non si è superata quota 50 euro.
L'obiettivo è quello di tentare di soddisfare maggiormente gli abbonati, rinnovando. Via la pubblicità dove si può. Un patto con Sky per avere il tasto 4 del telecomando satellitare. E con Netflix in arrivo in Italia, ecco spuntare "Suburra", una co-produzione di respiro internazionale.