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La storia di Phate Lucas, l’hacker Anonymous italiano

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La storia di Phate Lucas, l’hacker Anonymous italiano

di Dario D'Elia venerdì 24 Maggio 2013 11:50
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Phate Lucas e Madhat sono due dei quattro componenti di Anonymous, che giovedì scorso sono stati arrestati nell'operazione Tango Down. Potrebbero rappresentare le due anime del movimento. Gianluca Preite (aka Phate Lucas) è l'hacker/cracker da combattimento, il genio dagli oscuri trascorsi che in un film Hollywoodiano vestirebbe i panni del protagonista. Jacopo Rossi (aka Madhat) è l'idealista, il buono, il giusto. L'unico della banda dei quattro che Anonymous è disposta a difendere. E la rappresaglia di martedì contro il sito del Tribunale di Roma ne è stata la prova.

Phate Lucas

In verità pare che tutti gli arrestati fossero vicini al movimento, e che Phate Lucas si sia sganciato (ufficialmente) lo scorso ottobre per contrasti, scelta di vita, chissà. Resta il fatto che è lui l'oggetto delle attenzioni della Procura di Roma, quasi come se fosse il capo o forse il più esperto.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti e del PM Perla Lori, la banda avrebbe compromesso non meno di 16 siti negli ultimi anni. Da quelli della Polizia, al Vaticano fino a Bankitalia e Equitalia. L'accusa è associazione a delinquere. Una mazzata, quasi anomala considerato che di lucro c'è poco.

E allora che cosa rischia di portare a fondo questi ragazzi? Phate Lucas. O meglio. La storia, i trascorsi di Phate Lucas. Un romanzo costruito con le interviste ai membri di Anonymous, David Pietroni (il manager di Vittorio Sgarbi), le affermazioni dell'avvocato Carlo Taormina e tanti altri.

"Assieme a Helel (Simone Lucchetta, ndr.), le menti informatiche più di spessore fra di noi", ha confermato un anon "anziano" a La Repubblica. "Phate con un computer in mano può essere davvero pericoloso". Se a questo si aggiunge che potrebbe essere un infiltrato, la questione si complica. L'avvocato di Phate, Carlo Taormina, si occupa delle sue zingarate dal 2005 e oggi va dicendo che lui, proprio lui, il super hacker "è stato ingaggiato dalla Divisione Anticrimine del ministero dell'Interno".

Bombe alla Scuola Morvillo Falcone

Ah ecco tutto spiegato allora. No, perché secondo il Nuovo Quotidiano di Puglia, Phate si sarebbe spacciato da tempo come agente sotto copertura. Tentando persino di aiutare gli inquirenti a individuare l'autore dell'attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi.

Ricapitolando. Hacker. Anonymous. Lavora per i Servizi. Anzi no.

C'è Taormina di mezzo dal 2005 e quindi sarebbe bene risalire al loro incontro per dipanare la matassa. L'avvocato è un pezzo di storia d'Italia. Si è occupato della strage di Ustica, dell'omicidio Marta Russo, del delitto di Cogne e dell'omicidio a Baghdad dell'agente del Sismi Nicola Calipari. Ecco, a questo ultimo caso si deve l'incontro con Phate Lucas.

Ai tempi, il giovane, sosteneva di lavorare per il Sismi e di aver intercettato nella sera del 4 marzo una conversazione satellitare (qui l'audio) fondamentale per l'indagine. Come se l'ok per fare fuoco sull'auto di Calipari fosse giunto da qualcuno delle istituzioni militari. Affermazioni pesanti che sono state "ricompensate" con l'accusa di accesso abusivo ai sistemi informatici e simulazione di reato. Il processo prosegue ma il tribunale non ha considerato valido il reperto audio, e il SISMI ha negato ogni rapporto con l'imputato.

L'auto del caso Calipari

Forse ha collaborato in passato. Forse è un millantatore. Forse è così bravo che qualche volta è stato d'aiuto, senza far realmente parte dei Servizi. Magari ha un'amicizia interna.

Ed ecco spiegata una coincidenza, almeno per i veri Anonymous. "Con il senno del poi, l'idea che Phate fosse un informatore è diventata sempre più concreta", ha confermato la fonte a La Repubblica. "Noi non sappiamo le nostre reciproche identità. Così se qualcuno viene preso non è in grado di dire nulla degli altri. Le operazioni vengono programmate con chi c'è in quel momento, i compiti di ognuno suddivisi e poi portati a termine in solitudine. E Phate non c'era sempre, ad esempio non prese parte all'intrusione contro il sito della Polizia (a fine ottobre del 2012, ndr.)".

Le sue troppe domande dopo l'operazione iniziarono a metterlo in cattiva luce con i compagni. L'allontanamento però è avvenuto tempo dopo, quando Anonymous ha scoperto che Phate "stava pianificando una serie di azioni contro i siti dei politici" per lucrarsi sopra. Come?

Probabilmente con un presunto accordo con la Global Intelligence Agency di David Pietroni. L'hacker probabilmente ha pensato di poter sfruttare gli attacchi informatici per poi far intervenire la società specialista in sicurezza a riparare il danno. Si tratta ancora di supposizioni ma è il legame tra Phate e Pietroni a far stare insieme la storia. Anche se in verità potrebbe essere stata un'intera macchinazione dell'hacker, e non dell'imprenditore.

L'epilogo

David Pietroni si è occupato nel tempo di gestire il sito di Sgarbi, e quando nel luglio del 2012 venne defacciato "minacciò di individuare il responsabile", come riporta la fonte Anonymous. Il messaggero ai tempi fu proprio Phate…

"L'ho letto sui giornali. E le devo dire una cosa: con tutto il rispetto che ho per la magistratura, l'accusa di associazione a delinquere mi sembra eccessiva", dice oggi David Pietroni. Ammette di conoscere il ragazzo e anche di averci scambiato due chiacchiere per la messa in sicurezza del sito di Sgarbi. "Alla fine sa quanto mi ha chiesto Preite? Trecento o quattrocento euro. Si rende conto?", ha sottolineato Pietroni.

Il passo successivo sarebbe stato quello di assumerlo. Perché Phate è un genio. Poi si è ammalato. È scomparso. E l'hanno arrestato.

di Dario D'Elia
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