L’ACTA è carta straccia, neanche la Germania sottoscrive
Il processo di ratifica dell’ACTA si è arenato dopo che la Germania ha allungato la lista dei Paesi che non sottoscriveranno l’accordo
internazionale anticontraffazione. Il fronte dei no contava già la Polonia e la Repubblica Ceca, e come avevamo già avuto modo di spiegare, basta anche un solo Paese contrario alla ratifica per trasformare l’Anti-Counterfeiting Trade Agreement in carta straccia.
La Merkel affonda l’ACTA, in Germania firma rimandata
La lista delle defezioni è quindi più lunga del necessario, le preghiere dei contestatori sono state ascoltate e le manifestazioni contro l’ACTA sono per una volta riuscite a sensibilizzare le parti politiche e a insinuare qualche dubbio di troppo anche nella prima potenza europea. Il ministro degli esteri federale ha emesso una nota ufficiale in cui ha spiegato che il parlamento tedesco ha deciso di “sospendere il processo di ratifica, per avviare una discussione più ampia e approfondita sui temi in discussione, e anche per aprire nuovi dibattiti sui temi relativi all’accordo ACTA”.
Le numerose manifestazioni hanno dato i risultati sperati
Gli interlocutori dei rinnovati dibattiti saranno probabilmente i forum e gli utenti della Rete in generale, insieme alle associazioni civili, ossia tutti coloro che per un motivo o per l’altro sono scesi in piazza per condannare l’ACTA e chiederne a gran voce l’affossamento, o hanno aderito alle numerose proteste online rafforzate anche dagli attacchi simbolici degli hacker che hanno preso di mira alcuni siti governativi. Secondo voci di corridoio non confermate sembrerebbe che la decisione del parlamento tedesco sia stata forzata proprio dalla reazione della comunità Internet, che ha fatto sorgere dubbi su una decisione già presa e ha spinto a prendere tempo per capire meglio quali siano le argomentazioni oggetti di proteste e se dietro c’è del vero.
Oltre tutto la decisione della Germania, prima potenza europea, potrebbe influenzare altri Paesi e portarli a ritrattare, prolungando l’agonia dell’ACTA o contribuendo ad affossarla del tutto come molti si augurano. Nei prossimi giorni potrebbero esserci manifestazioni anche in Italia, Francia, Bulgaria e Ungheria, chissà che anche il nostro Governo dimostri di non essere a corto di granu salis e faccia marcia indietro.