Monsanto e petrolio, Anonymous non perdona
Dopo gli attacchi dei giorni scorsi, il collettivo di hacker Anonymous è tornato a colpire e questa volta ha preso di mira Monsanto, la multinazionale impegnata nel campo delle biotecnologie agrarie, ovvero la produzione di semi geneticamente modificati ed erbicidi.
Secondo gli Anonymous la Monsanto è un’azienda “scorretta, immorale e diabolica”. Gli hacker hanno pubblicato i nomi, gli indirizzi e i numeri di telefono di oltre 2500 persone che lavorano per Monsanto o sono associate in qualche modo.
“Abbiamo fatto saltare le loro infrastrutture di rete per due giorni di fila, paralizzando tutti e tre i loro server di posta oltre ad abbattuto i loro siti web principali in tutto il mondo”, hanno dichiarato gli Anonymous, che promettono di realizzare un “wiki” per provare a ottenere e collezionare tutte le informazioni in “un ambiente più centralizzato e stabile”.
Non è chiaro come sia stato messo a segno l’attacco, anche se gli hacker assicurano che si è trattato di qualcosa di più serio di un DDoS.
Monsanto ha confermato di essere stata vittima dell’attacco, ma ha minimizzato sui danni. “Contrariamente alle prime informazioni, solo il 10% di questi dati sono relativi a dipendenti Monsanto attuali e passati”.
Il gruppo si sta inoltre preparando a un nuovo filone di attacchi chiamato “Operation Green Rights/Project Tarmaggedon” contro Exxon Mobil, ConocoPhillips, Canada Oil Sands, Imperial Oil, Royal Bank of Scotland e altri. Si tratta perlopiù di compagnie petrolifere.
“Questa settimana gli attivisti si stanno raccogliendo lungo la Highway 12 in Montana per protestare contro la trasformazione di un deserto in una strada per il passaggio industriale, usata per trasportare carichi di attrezzature per raffinerie all’Alberta Tar Sands in Canada”.
“Anonymous non resterà a guardare e non permetterà che queste atrocità ambientali continuino. Non è l’energia pulita del futuro che ci era stata promessa”.