Operazioni chirurgiche senza medici: basta un HUD
Ricercatori dell’ESA – l’Agenzia Spaziale Europea – stanno sviluppando una tecnologia che permetterà a chiunque, anche se privo di ogni rudimento medico, di effettuare piccoli interventi di chirurgia sul campo. Non parliamo ovviamente di interventi al cervello da luminari o di chirurgia cardiotoracica, ma di piccoli interventi “semplici” – ammesso che si possa mai definire semplice un intervento chirurgico.
Per l’ESA, lo scopo è facilmente intuibile: permettere agli astronauti in missione di aiutare i propri compagni in situazione di emergenza, in cui non è disponibile un vero medico. Certo una simile soluzione potrebbe fare comodo anche qui sulla Terra, sempre pensando a situazioni più o meno estreme in cui non è possibile disporre di strutture adeguate. Vengono in mente le aree di guerra, gli ambienti lontani dalle aree metropolitane ma anche i paesi che non hanno un servizio capillare per gli interventi di emergenza sul territorio.
La tecnologia si chiama Computer Assisted Medical Diagnosis and Surgery System, o CAMDASS, e si basa su un dispositivo indossabile come un caschetto che guida l’utente passo-passo verso l’obiettivo.
Una bibliografia di riferimento aiuta innanzitutto a individuare e identificare correttamente il problema in base ai sintomi e a quanto è direttamente osservabile. Fatto questo, uno schermo frapposto tra medico improvvisato e paziente guida il chirurgo con aiuti visivi che si sovrappongono alla sua normale visione della scena, in quella cioè che oggi è comune definire “realtà aumentata“.
Il dispositivo è attualmente in fase di prototipo. Non è chiaro fin dove sarà possibile spingersi con questo tipo di tecnologia, cioè quali tipi di interventi supporterà . Certo è che, pur vedendo evidenziato a schermo il punto su cui intervenire, ci vorrà una buona dose di sangue freddo da parte del chirurgo improvvisato per eseguire davvero, specie se il paziente è un amico o una persona cara.