Piovono emendamenti per il digitale, Monti ascoltali!
Stamani la Sala Nassirya del Senato italiano ha respirato aria di innovazione digitale, grazie alla presentazione di una serie di emendamenti (leggi qui) pensati da Agorà Digitale, Articolo 21, Associazione Italiana Internet Provider, Associazione Italiana per l’Open Government, Assoprovider, Altroconsumo, Istituto per le Politiche dell’Innovazione, Libertiamo, Stati Generali dell’Innovazione e lo Studio Legale Sarzana.
Mario Monti
A sostegno di #liberalizziamoilfuturo uno schieramento trasversale di parlamentari fra cui Donatella Poretti (Radicali), Lucio Malan (PDL), Felice Belisario (IDV), Beppe Giulietti (Misto) e Vincenzo Vita (PD). Si tratta di proposte per “affrontare gli ostacoli all’innovazione e lo sviluppo del mercato digitale in Italia”, come riporta il comunicato ufficiale co-firmato. Ecco l’elenco completo degli emendamenti al decreto legge liberalizzazioni:
1) Abolizione del Monopolio SIAE su Intermediazione dei Diritti D’Autore
2) Libertà di Praticare Sconti per le Imprese che svolgono attività commerciale di vendita di libri e e-book
3) Pluralismo informatico, adozione e diffusione del software libero nella pubblica amministrazione
4) Abolizione dell’obbligo di apposizione del contrassegno da parte della Società italiana degli autori ed editori (SIAE) e delle relative sanzioni
5) Liberiamo le Biblioteche
6) Delega al Governo in Materia di Riforma del Diritto D’Autore
7) Norme per rendere efficace l’azione di classe (class action)
8) Circolazione dei diritti online
9) Eliminazione delle finestre temporali e promozione del mercato digitale dei contenuti audiovisivi.
10) Equiparazione IVA libri cartacei ed elettronici
11) L’Open Data Diventa un Obbligo
12) Libero Riutilizzo per Tutti i Dati già Pubblicati
13) Procedura di assegnazione onerosa delle frequenze
14) Autorizzazione generale per l’installazione e fornitura di reti pubbliche di comunicazioni
15) Gestione delle frequenze su proprietà privata
Per quanto riguarda la SIAE proprio oggi la Camera ha deciso di aprire una commissione di inchiesta per analizzare il suo operato. Considerato il consenso parlamentare unanime per l’abolizione del suo monopolio è segno che qualcosa si sta muovendo.
“La maggior parte dei parlamentari si è dimostrata d’accordo sulla necessità di presentare un emendamento vincolante per obbligare il Governo ad annullare da subito il beauty contest e bandire un’asta che privilegi usi innovativi delle frequenze nel settore Internet e delle telecomunicazioni, ma anche forme di azionariato diffuso”, continua il comunicato.