Rifiuti hi-tech in Italia: altro che cucchiaio di legno
In Italia la raccolta dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) funziona a rilento. La conferma giunge dal rapporto 2010 redatto dal Centro di Coordinamento RAEE, che a quanto pare fa esultare solo il Ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo.
Raccolta RAEE?
“Nel corso degli ultimi tre anni il Rapporto sulla Gestione dei RAEE ha sempre riservato sorprese positive e dati incoraggianti. Negli anni precedenti abbiamo visto come il Sistema RAEE in Italia si sia insediato con rapidità , come sia riuscito con efficienza ad alleggerire gli enti locali da oneri e impegni relativi al trattamento e allo smaltimento dei RAEE ed infine come abbia registrato trend di crescita eccezionali nella raccolta”, scrive nella prefazione del rapporto il Ministro.
Peccato che i 4 kg di raccolta per abitante raggiunti nel 2010 fossero un obiettivo del 2008. L’articolo 6 del D.Lgs. 151/2005 prevedeva infatti per “il 31 dicembre 2008, il raggiungimento di un tasso di raccolta separata dei RAEE provenienti dai nuclei domestici pari ad almeno 4 kg in media per abitante all’anno”. Insomma abbiamo raggiunto l’obiettivo minimo della normativa europea – gli altri paesi viaggiano sui 7 kg a cittadino.
Stefania Prestigiacomo
“Nonostante gli ottimi risultati raggiunti grazie al concorso e all’impegno di tutti, il cammino da percorrere appare però ancora lungo. A fronte di una produzione di RAEE stimata fra i 15 e i 18,5 kg procapite e soprattutto di un tasso di intercettazione rispetto all’immesso sul mercato ancora piuttosto scarso, la raccolta dovrebbe presentare ampi margini di crescita, tanto da rendere realistico un obiettivo di almeno 5 kg per abitante nel breve periodo e di 7/10 kg nel medio termine, così da raggiungere i Paesi europei più virtuosi”, ha ammesso Filippo Bernocchi, vicepresidente ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).