SMAU 2003: credibilità da recuperare
SMAU ha provato a imboccare la strada della “separazione in casa”
tra Business e Consumer, ma in realtà deve ancora convincere i grandi nomi
del mercato.
Quest'anno gli appassionati del settore scorrendo l'elenco degli espositori
non potevano che rimanere delusi: il numero degli assenti era a dir
poco deludente.
Alcuni nomi: non esponevano Acer, AMD, Apple, Ati, Fujitsu, Gigabyte, Maxtor,
Nvidia, Sapphire, Seagate, Terratec, Toshiba, Western Digital.
Era possibile vedere una selezione dei prodotti di molti dei succitati brand
presso gli stand dei loro rivenditori al padiglione 11, ma concorderete che
non si ha stesso feeling di una presenza diretta.
Effetto della crisi economica? No, effetto della crisi di credibilità
di SMAU.
Dati alla mano, gli accessi sono calati del 15%, 380.000 contro i 450.000 dell'anno
scorso, a corrispondenza però di una diminuzione delle aree espositive.
SMAU era idealmente diviso in due percorsi: blu – Business, rosso – Consumer.
Come da tradizione l'accesso era differenziato: operatori nei giorni di giovedì
– venerdì – lunedì, pubblico generico sabato e domenica.
A tutti gli effetti le giornate operatore hanno segnato un afflusso di pubblico
ridotto solo perché cadevano infrasettimanalmente. Gli inviti operatore
si trovano con una facilità disarmante, basta fare un giro in edicola
nel periodo a ridosso della fiera.
Allo stato attuale, SMAU è dominato dalla sua componente consumer: non
ho nulla contro chi fa code su code per vedere gli spettacoli, le ballerine,
per raccogliere gadget e partecipare ai concorsi. Anzi, ho trovato alcune novità
come E-Commerce Land un vero successo. Mostrarsi ai consumatori in carne, ossa
e prodotti ha consolidato la fiducia nei confronti dei vari siti di E-Commerce
raccolti nel padiglione organizzato da Costameno.
Ma se in un cosiddetto giorno operatore si impiegano 15 minuti per salire una
scala, sommersi dalla folla, diventa difficile tener fede a orari e appuntamenti.
La divisione in casa secondo me non ha funzionato, nonostante le dichiarazioni
positive del Presidente
di SMAU.
Secondo Claudio
Zamboni di Repubblica.it le novità di SMAU hanno convinto
“più di 40mila uomini in giacca e cravatta a scarpinare per chilometri
di stand tra sorrisi, pacche sulle spalle e distribuzione di business cards”.
A dire il vero i sorrisi ai quali ho assistito seguivano battute ironiche e
polemiche sulla fiera e sull'organizzazione; ho visto stanchezza, frustrazione
e tanta voglia di un vero cambiamento.
Espositori e potenziali tali lamentano che le ingenti spese per stand e personale
non portano un ritorno soddisfacente.
Tra le cause, il rumore e il caos che rendono impossibile tenere appuntamenti
in maniera produttiva. Un continuo urlare, con il risultato che si arriva a
sera con mal di gola e di testa e nulla di fatto.
Qualcuno mi ha confidato che è più conveniente e redditizio invitare
i propri rivenditori e chiunque si voglia coinvolgere in una trattativa commerciale
in crociera per tre giorni piuttosto che esporre in SMAU.
In conclusione, l'idea di SMAU Business è buona, ma che l'anno
prossimo si organizzi come evento separato. Un ipotetico SMAU Consumer
cadrebbe a fagiolo a ridosso del periodo natalizio, SMAU Business potrebbe rimanere
a inizio autunno. Per quest'ultimo inviti ben mirati, e per chi non l'ha prezzo
d'ingresso elevato, attorno ai 35-40 euro – come per il CeBit di Hannover.
L'ideale sarebbe ambientarlo nel nuovo polo fieristico in periferia di Milano
(Rho – Pero), perché la fiera in centro città è un incubo
di traffico e multe per tutti, vicini e lontani.
Speriamo in un ritorno di credibilità internazionale per SMAU, magari
già a partire dall'edizione 2004.
In bocca al lupo, nel frattempo non vedo l'ora che arrivi marzo per il CeBit…