Telecom Italia detterà legge anche sulla fibra: nel 2020 un monopolio di fatto?
Telecom Italia possiede la rete in rame italiana e nel 2020 potrebbe avere anche il controllo semi-totale di quella in fibra. E' questo lo scenario che si sta delineando da quando si sono riaperte le trattative con Metroweb.
Come racconta La Repubblica tutto è iniziato lo scorso agosto. Il presidente di Vivendi – il nuovo azionista di riferimento di Telecom con circa 20% – incontra il premier Renzi e assicura che l'investimento in Italia è a lungo termine nonché strategico. L'obiettivo del colosso francese è di diventare un punto di riferimento europeo sia a livello infrastrutturale che sui contenuti.

Il Governo è rincuorato: Telecom Italia non è a rischio di smembramento o diluizione. Ecco quindi sciogliersi il nodo Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Scaduto il mandato del presidente Franco Bassanini, arrivano Claudio Costamagna e Fabio Gallia. Da rilevare che Bassanini rimane pur sempre in gioco dato che è presidente di Metroweb.
A settembre Costamagna e Gallia vanno in Francia e incontrano l'AD di Vivendi Arnaud de Puyfontaine, poi in Italia bussano alla porta del presidente Recchi e l'AD Patuano. Tutto fila liscio, c'è margine per un progetto di sviluppo congiunto.

Repubblica spiega che Cdp sarebbe disposta a concedere a Telecom di entrare in Metroweb con un 40% di quote normali e un 20% senza diritto di voto. Il restante 40% potrebbe essere detenuto dai fondi Fsi/F2i (espressione della Cdp). Tutto questo in una prima fase, perché successivamente Telecom Italia passerebbe al 60% con diritto di voto e in un terza fase fondi Fsi/F2i venderebbero alla stessa a "giusto valore di mercato". In pratica entro 5 anni l'ex monopolista potrebbe consolidare ulteriormente la sua infrastruttura nazionale in fibra. E appare scontato, per gli analisti, che Cdp infine entri in Telecom per proteggere "l'italianità del gruppo".

La proposta sul tavolo prevede però un altro obbligo, ovvero che Metroweb si impegni nelle aree (cluster C e D) a fallimento di mercato. In sintesi: lo Stato partecipa all'operazione ma Telecom sviluppa non solo dove ha promesso (100% città più redditizie) ma anche nelle città e paesi periferici.
Lo scenario che potrebbe delinearsi quindi è quello di avere tutti gli operatori nazionali (Telecom, Fastweb, Vodafone e Wind-Infostrada) impegnati nelle aree a maggior ritorno di mercato e poi la sola Telecom con Metroweb e qualche altro operatore (?) in quelle rimanenti.