Torri radio di Raiway per l’ultra-broadband delle città che non si fila nessuno
Raiway, la società che gestisce e possiede le infrastrutture per la trasmissione del segnale radio-televisivo, potrebbe entrare in gioco nel progetto di sviluppo della rete ultra-broadband. Il presidente Camillo Rossotto ha svelato un piano quadriennale (2016-2019) che prevede anche questo fronte.

"Stiamo dialogando con le istituzioni. Facciamo dei test completi per vedere se la formula per la nostra partecipazione può funzionare", ha dichiarato l'alto dirigente. L'idea è quella di intervenire sulle aree che rientrano nel cluster D, ovvero a totale finanziamento pubblico dove gli operatori non hanno interesse a costruire. Si parla di 4.300 città, pari a 2,3 milioni di edifici, il 15% della popolazione soprattutto nel Sud Italia e nelle aree rurali.
"Fiber to the tower è il nome dato al progetto con cui vogliamo intercettare il traffico dati che verrà generato con l'utilizzo degli smartphone", ha aggiunto Rossotto. In sintesi pare che l'idea sia quella di "estendere l'upgrade di torri con alta capacità di trasmissione, usare le torri come interfaccia tra la rete e gli utenti". Si parla anche di potenziamento dell'attività di sostengno a Fixed Wireless Access provider.
Per quanto riguarda il campo televisivo prosegue la sperimentazione dello standard Dvb-T2, mentre in campo radiofonico si attendono passi in avanti su quello Dab+.