Valvole nanometriche per PC: ecco il vero steampunk
La valvola potrebbe presto tornare protagonista dell’elettronica, dopo essere stata sostituita dal transistor negli anni 60. Grazie alla nanotecnologia infatti un gruppo di ricercatori nella NASA e nel National Nanofab Center (Korea) ha messo a punto una valvola in scala nanometrica su base di silicio.
Tramite tecniche litografiche già in uso per la realizzazione di microchip è stato infatti possibile ricavare “una piccola cavità nel silicio drogato con fosforo. La cavità ha tre elettrodi: source, drain e gate”, i primi due separati tra loro di circa 150 nanometri. La separazione è sufficiente a sostituire il vuoto delle valvole tradizionali – che alcuni amanti della musica continuano a preferire per il suono che producono gli amplificatori valvolari.
Amplificatore valvolare, gran suono e gran prezzo
Questa scoperta può rappresentare una nuova frontiera dell’elettronica in futuro, ma potrebbe trovare un’applicazione nell’immediata perché queste valvole di nuova generazione sono più veloci dei comuni transistor (fino a 0,46 THz), e resistenti alle radiazioni spaziali. Per questo la NASA è interessata, perché si potrebbero realizzare computer capaci di funzionare nello spazio senza costosi adattamenti.
Ci sono però anche degli svantaggi, e quello più rilevante sta nella tensione operativa: questa “nanovalvola” ha infatti bisogno di ben 10 volt per funzionare, mentre un processore comune si può accontentare di un V o poco più. Sarebbe quindi necessario progettare circuiti nuovi a partire da zero, e mettere in conto consumi energetici molto più alti.
###old1581###old
In ogni caso il potenziale è molto altro. Secondo Meyya Meyyappan (tra i firmatari del progetto) le nuove valvole potrebbero far risparmiare alla NASA e all’esercito molto denaro, e la loro velocità le rende un candidato ideale per la creazione di computer superpotenti.