In tutto il mondo nei prossimi cinque anni un aeroporto su tre adotterà un sistema automatizzato di identificazione biometrica dei passeggeri. L'introduzione del token, cioè l'"impronta" digitale, permetterà di velocizzare le operazioni di controllo dei passaporti e imbarco garantendo, se non aumentando, la sicurezza. Stando alla Passenger IT Trends Survey di SITA (Società Internazionale Telecomunicazioni Aeronautiche), il 37% dei viaggiatori ha usato la tecnologia biometrica durante l'ultimo volo e il 57% la utilizzerebbe volentieri al prossimo.

L'adozione di sistemi automatizzati per la verifica dell'identità dei viaggiatori è quasi un obbligo, per non congestionare ulteriormente gli scali. Secondo IATA (International Air Transport Association), il 2017 vedrà per la prima volta sfondare il muro dei 4 miliardi di passeggeri, il doppio del 2005 quando a salire a bordo di un aereo furono 2,1 miliardi.

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L'Italia segue questa evoluzione. Nel primo semestre di quest'anno Assaeroporti rileva che il numero dei passeggeri negli scali italiani è cresciuto del 6,7%, fino a raggiungere gli 80,5 milioni contro i 75,5 dello stesso periodo del 2016 (anno che si è chiuso con il dato record di 164 milioni di passeggeri).

Aeroplani sempre più carichi, dunque – con un load factor dell'80,6% contro il 75% del 2005 – e aeroporti sempre più trafficati hanno indotto l'industria del trasporto aereo ad accelerare sugli investimenti in Information Technology. Stando all'indagine Airport IT Trends Survey realizzata da SITA, nel 2016 gli aeroporti in tutto il mondo hanno investito complessivamente più di 9 miliardi di dollari in IT (7,5 miliardi di euro), con l'obiettivo di velocizzare le operazioni e accrescere la sicurezza.