Intel Go, una piattaforma completa per le auto autonome
Guida autonoma. Se ne parla sempre più spesso e non perché i giornalisti si sono fissati con l'argomento. Basta guardare cosa sta succedendo sul mercato per convincersi che è il futuro: forse non immediato, ma nemmeno troppo lontano, tra il 2020 e il 2025 dovremmo vedere i primi veicoli su strada.
Le aziende del settore automobilistico e dell'hi-tech stanno investendo ingenti risorse per mettere a punto veicoli che ci portino in giro per il mondo senza doverci preoccupare di guidare, un'attività che tanti amano e altrettanti detestano. La guida autonoma è destinata a cambiare per sempre diversi status quo attuali, dal dover possedere una macchina all'avere una casa con un posto auto.
Intel è tra i colossi del mondo hi-tech che hanno deciso d'investire molto in questo ambito. La conferma è la recente acquisizione dell'israeliana Mobileye per oltre 15 miliardi di dollari, una delle realtà di punta per quanto concerne la sensoristica.
Per Intel essere protagonista di questa "rivoluzione" non è semplicemente un modo per vendere più chip e diversificare il proprio business, ma è anche la possibilità di fare la differenza. Già, perché stiamo parlando di una tecnologia che può salvare delle vite. Oggi negli Stati Uniti il 93% di tutti gli incidenti d'auto è causato da un errore umano. Eliminare la variabile umana potrebbe abbattere quel dato, rendendo i tragitti automobilistici meno pericolosi.
Ci sono altri vantaggi legati alla guida autonoma, come ad esempio permettere alle persone di essere più produttive, laddove oggi devono passare ore sedute al volante a guidare, senza occuparsi di altre attività. Bisogna inoltre tenere in considerazione che entro pochi decenni il numero di persone anziane raggiungerà livelli tre volte maggiori rispetto a oggi; con la guida autonoma potranno continuare a essere indipendenti.

Per arrivare alle auto autonome però non bastano le mere intenzioni, serve la tecnologia giusta. Per questo Intel ha messo a punto due piattaforme di sviluppo per le auto autonome. Entrambe si chiamano Intel Go e si differenziano principalmente per il "cervello" di bordo, che può essere una CPU Atom o una Xeon.
La prima incarnazione è meno complessa, ma rappresenta una base solida per approcciare allo sviluppo tramite l'SDK Intel Go Automotive, che al suo interno contempla tutto quello che serve per gestire sensori e sfruttare deep learning e computer vision.
Il chip Atom, realizzato a 14 nanometri, consuma meno di 10 watt e può essere accoppiato a un modulo di accelerazione, un FPGA Arria 10, per migliorarne la potenza di calcolo con operazioni specifiche. Gli FPGA, infatti, sono unità programmabili.
In sintesi, la piattaforma Atom serve per progettare sistemi di guida assistita avanzata (ADAS), mentre la piattaforma Xeon mette a disposizione più potenza per garantire la vera guida autonoma, senza assistenza da parte del guidatore.
La piattaforma Intel Go Xeon offre non uno, ma ben due processori multi-core, a cui si aggiunge il modulo FPGA Arria 10. Un'altra differenza riguarda l'archiviazione, su SSD e non su eMMC come sulla soluzione Atom. Inoltre a disposizione ci sono più canali DDR4, rispetto ai due della piattaforma base.
La versione Xeon è quindi il non plus ultra della tecnologia per la guida autonoma, e si può occupare in tempo reale di tutte quelle funzioni, a partire dalle misure di sicurezza, che sono essenziali per garantire un'esperienza senza problemi.
Un veicolo autonomo però è anzitutto un insieme di sensori, e per questo Intel ha acquistato Mobileye. Radar a lungo raggio, Lidar, videocamere, Radar a corto e medio raggio, ultrasuoni: solo questi sensori possono richiedere di un bandwidth di 1 Gbps e oltre. Per questo serve una piattaforma polivalente e potente che possa intersecare le informazioni in tempo reale per far sì che il veicolo compia sempre la scelta giusta, freni quando è necessario e sterzi quando deve.
Un altro aspetto di grande importanza è la connettività del veicolo con l'esterno. Il complesso sensoriale installato sull'auto è importante, ma l'auto deve poi essere in grado d'interfacciarsi con il mondo. E con mondo intendiamo le altre auto, i semafori e molto altro ancora. Potenzialmente qualsiasi dispositivo connesso utile a migliorare l'esperienza di guida.
Per questo Intel sta investendo molte risorse sulla 5G, che è necessaria per permettere alle auto di inviare e ricevere una grande mole di dati, ad altissima velocità. L'azienda si appoggia, anche in questo caso, a FPGA Arria 10 e RFIC avanzati per assicurare velocità fino a 7 Gbps. Tra le tante cose, con il 5G di Intel è possibile scaricare mappe HD in tempo reale, gestire i contenuti di infotainment e fare l'upload dei dati dei sensori per il machine learning e altro ancora.
Molti di voi si staranno chiedendo: e la sicurezza? Più hardware a bordo e lo scambio dati costante amplificano le opportunità di hacking del veicolo e delle informazioni. Pensate a un veicolo lanciato ad alta velocità che entra improvvisamente in controllo di malintenzionati: uno scenario da incubo.
Nel 2016 un ricercatore di sicurezza ha dimostrato di poter compromettere il sensore lidar di un veicolo con un dispositivo assemblato con appena 43 dollari e un puntatore laser. Ma questo è solo un esempio, secondo Intel ci sarebbero almeno 15 punti deboli nelle auto autonome del futuro.

Per questo l'azienda sta lavorando su soluzioni di sicurezza direttamente integrate nell'hardware, progettate durante lo sviluppo. Intel si appoggia all'intelligenza artificiale e ad altre soluzioni per mettere a punto le soluzioni che consentiranno di salvaguardare le molteplici unità di controllo elettronico a bordo dei veicoli. Tra le idee in campo c'è anche quella di virtualizzarle, per renderle difficilmente accessibili. E l'azienda guarda anche a come garantire l'integrità delle informazioni sulle reti mobili e la codifica dei dati all'interno dell'hardware tramite istruzioni specifiche.
Oltre a queste soluzioni Intel crede che saranno di fondamentale importanza i continui aggiornamenti Over the Air (OTA), sia per permettere l'implementazione di nuove funzioni che per la correzione di problemi (bug) e il rafforzamento della sicurezza. La strada a ogni modo è ancora lunga e fortunatamente Intel, per quanto sia un colosso, ha deciso di non fare tutto da sola ma di aprirsi il più possibile alle collaborazioni industriali, lavorando gomito a gomito con i propri partner per far sì che quando metteremo le nostre terga sul sedile di un'auto autonoma potremo farlo in tutta sicurezza e con estrema fiducia.