Volvo ha confermato che in caso di incidente con un'auto a guida autonoma ogni responsabilità sarà sempre in capo all'azienda. Contemporaneamente però ha ribadito che ogni tentativo di hacking dei suoi veicoli verrà considerata un'azione criminale. Da ricordare infatti che Volvo considera i veicoli come "mobile computing device" soggetti al Digital Millenium Copyright Act. In pratica veri e propri prodotti inviolabili, come d'altronde sostengono BMW, FCA, Ford, GM, VW, Mercedes e tutti gli altri componenti della Auto Alliance.

Håkan Samuelsson, presidente e AD di Volvo Cars, domani prenderà parte a un seminario organizzato dall'azienda presso l'Ambasciata svedese a Washington DC. L'incontro a tema "A Future with Self Driving Cars – Is it Safe?" è stato pensato proprio per fare il punto sulla prossima normativa statunitense.

"Gli Stati Uniti rischiano di perdere la loro posizione di leader a causa della mancanza di linee guida federali per i test e la certificazione dei veicoli autonomi", sostiene Samuelsson. "L'Europa ha sofferto in qualche misura a causa di un patchwork di regole e regolamenti. Sarebbe una vergogna se gli Stati Uniti prendessero la stessa strada dell'Europa in questo settore cruciale".

La questione di fondo è che l'avanguardia nello sviluppo di questi veicoli è negli Stati Uniti, se non altro come numero di aziende coinvolte. La Motorizzazione e il Dipartimento dei Trasporti stanno collaborando con il settore automotive e non solo per redigere un nuovo regolamento che non blocchi lo sviluppo e mantenga alti gli standard di sicurezza. E per sicurezza non si intende solo quella tradizionale, ma anche l'ambito software.

"Stiamo costantemente evolvendo il software difensivo per fronteggiare i rischi associati all'hacking delle auto. Non incolpiamo Apple, o Microsoft per i virus dei computer o gli hacker", ha concluso Samuelsson.