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Aruba: Cloud privato su misura in arrivo

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IT Pro

Aruba: Cloud privato su misura in arrivo

di Gaetano Di Blasio giovedì 24 Ottobre 2013 10:29
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Aruba è cresciuta molto negli anni e, oggi, il marketing manager Stefano Sordi ne rivendica la leadership sul mercato italiano: "Leadership di un provider italiano, fortemente radicato sul territorio". Il contatto con quest'ultimo e con le imprese in particolare, ha portato Aruba a sviluppare una nuova proposta di Private Cloud.

Stefano Cecconi, amministratore delegato di Aruba e uno dei fondatori, ci spiega che "il servizio è essenzialmente di taglio enterprise", cioè pensato per soddisfare le esigenze delle grandi e medio-grandi imprese italiane.

Molte di queste ultime manifestavano diverse esigenze particolari, come "un livello di separazione maggiore e un controllo più diretto sull'hypervisor (sia VMware sia Microsoft sono supportati), nell'integrazione tra data center interno e data center sul cloud".

Oppure, continua ancora Cecconi, garanzie di prestazioni legate alla disponibilità di macchine o risorse (pronte alla bisogna anche se non utilizzate), esigenze avanzate di networking con il collegamento a reti geografiche MPLS (Multi Protocol Label Switching).

Esigenze che potrebbero stupire molti, ma non coloro i quali conoscono i vincoli cui sono soggette molte imprese, per le quali tuttora il cloud, cioè l'esternalizzazione anche di un solo processo IT, sia un tabu. Basta pensare a enti governativi o banche.

Stefano Cecconi

Ovviamente, il nuovo servizio sarà presentato sul sito con un contratto standard, che, però, sarà aperto a un'offerta su misura, proprio perché occorre venire incontro a esigenze diverse. Di fatto è un'offerta di data center virtuale con non meno di 10 virtual machine, ma adattabile poi alle specificità di ciascuno.

Maggiori dettagli saranno disponibili a breve, ma a sentire Cecconi, sarà comunque improntato sulla "trasparenza", di cui l'ad, con un passato da analista di sistema, si fa vanto: "Uno dei problemi nel mondo del cloud è la mancanza di standardizzazione sui contratti. I clienti hanno difficoltà nel fare confronti. È come la bolletta del gas: la paghi senza capire bene come sei arrivato a quella cifra".

Per combattere queste pratiche, in Aruba hanno deciso di impostare i "consumi" su parametri chiari e misurabili dal cliente, perché questi non si veda addebitare cifre basate su, per esempio, cicli di macchina che non può controllare e verificare.

"Abbiamo impostato l'evoluzione della nostra offerta sulla massima semplificazione – continua Cecconi -, perché il cloud oggi deve essere accessibile a tutti. Non è più un'esclusiva dei tecnici. Abbiamo reso facile comprare un servizio di data center, creare un sito con un CMS (Content Management System – il software che organizza i contenuti come testi, post, blog) già configurato e aggiunto servizi proprio in chiave semplificazione".

Al riguardo, l'ad ricorda anche la serie di servizi per aiutare le imprese a districarsi nella burocrazia e nei rapporti con la PA, a partire dalla PEC (Posta Elettronica Certificata).

È partita la seconda fase del cloud, in cui l'IT è sempre più commodity e le imprese cominciano a vincere la diffidenza verso l'outsourcing: "Anche la crisi ci ha messo del suo, perché, costrette a fare i conti, le imprese hanno compreso i vantaggi non solo economici del cloud", afferma Cecconi, citando anche l'importanza di avere un unico fornitore responsabile del funzionamento di quello che ormai è un servizio utility.

"L'unico limite può essere la rete, per questo abbiamo contratti con più fornitori, per dare eventualmente ridondanza e per mettere a disposizione reti dedicate (il vecchio CDN – Circuito Diretto Numerico) a prezzi non più esagerati, che collegano la rete aziendale con il data center Aruba!.

Stefano Sordi

A proposito di data center, Aruba lo fa scegliere, come specifica il marketing manager Sordi: "Decidi tu dove vuoi che stiano i tuoi dati". Ce ne sono due in Italia e uno nella Repubblica Ceca di proprietà del provider con sede ad Arezzo e altri in partnership a Parigi, Francoforte e, entro fine anno, a Londra. Sordi non smentisce, inoltre, le ipotesi di un prossimo data center in Lombardia, probabilmente nell'area monzese.

Sui data center, inoltre, Aruba fornisce la Certificazione GO, dove GO sta per Garanzia d'origine, a certificare l'utilizzo al 100% di energie rinnovabili. "Il data center è un luogo fisico. Per questo lo portiamo in TV con la pubblicità, dando concretezza al cloud". In TV e, sebbene in fotografia, anche allo stand di Aruba presso la 50esima edizione di Smau Milano, una tappa che chiude il percorso Smau Business (pronto a ripartire con il prossimo appuntamento di Napoli), che ha visto Aruba molto presente, anche attraverso la promozione di corsi ed esempi di innovazione.

Un percorso lungo un anno, durante il quale Aruba ha sviluppato la propria offerta, sia replicandola all'estero, sia aggiungendo, come accennato, nuove proposte. Oggi, il portfolio di servizi è articolato su quattro aree principali, ci spiega il marketing manager.

La prima è la tradizionale offerta di Hosting & Domini, la seconda è l'offerta cloud, che è quella più cresciuta in chiave innovativa, senza "riposizionare" vecchi servizi, ma portandone di nuovi, come quelli di Cloud Storage e Unified Storage, nonché i su preannunciati prossimi arrivi.

Un'area ritenuta molto strategica è quella della e-Security, che non si limita alla PEC, ma comprende anche la firma digitale, la conservazione sostitutiva con marca temporale e altri servizi ancora. Infine la Data Center Solution che include soluzioni personalizzate di data center per disaster recovery e business continuity o servizi di co-location.

di Gaetano Di Blasio
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