Il problema è culturale
Il problema è culturale
Il problema quindi non è che siamo particolarmente arretrati. È che usiamo "malissimo" le tecnologie digitali. L'Italia non sta al passo "culturalmente" e quindi perde terreno su tutti i fronti. Oltre a far fuggire all'estero migliaia dei suoi figli migliori (dopo averli allevati e formati a caro prezzo), il nostro Paese complessivamente investe in ICT una percentuale del PIL che è la metà di quella della Germania e in R&D cifre pericolosamente basse, oltre che decrescenti.
La Sicurezza Informatica in particolare è tuttora considerata una sorta di ancella povera , scorbutica e iettatrice dell'ICT, invece che un tema strategico, di interesse nazionale, dotato di una propria dignità e imprescindibile come la sicurezza stradale o sul lavoro. Così l'Italia investe in formazione sul tema specifico dell'ICT Security (consapevolezza generale e formazione tecnica) cifre prossime allo zero. Il risultato è che solo il 2% degli utenti italiani di smartphone si pone il problema di proteggerli con qualche sistema antimalware, il che significa che abbiamo oggi 20-25 milioni di smartphone non protetti in circolazione nel nostro Paese, una minaccia potenzialmente molto grave di cui nessuno vuole parlare. L'80% di questi device non è nemmeno protetto da password.
D'altra parte i nostri migliori giovani "hacker", quelli buoni intendo, tutti rigorosamente autodidatti per mancanza di scuole adatte, vivono ancora con la mamma, oppure lavorano all'estero e "per" l'estero. Quei pochi che resistono passano da un contratto a progetto all'altro, trattati come carne da cannone, finché non trovano un'occasione fuori dall'Italia, dove gli offrono cinque volte tanto quello che gli elemosiniamo qui. E non ritornano.