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Ottimizzare server e storage va bene, ma gli endpoint?

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Ottimizzare server e storage va bene, ma gli endpoint?

di Giuseppe Saccardi giovedì 1 Dicembre 2016 12:30
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La virtualizzazione dell'infrastruttura di base dell'IT e l'evoluzione in atto verso il software defined è di certo di aiuto nel rendere più efficiente il sistema informativo nel suo complesso, garantire la continuità operativa e, in combinazione con il cloud, sinonimo di fruizione dell'IT come servizio, abilitare una consistente riduzione di Capex e Opex.

Ma basta questo per garantire l'efficienza e la sicurezza delle applicazioni e della gestione degli utenti? Non è detto, mette in guardia Simon Richards, Managing Director di IGEL Technology, società fortemente impegnata nello sviluppo di soluzioni ad alta efficienza per endpoint.

SimonRichards
Simon Richards

Uno degli aspetti più critici per gli endpoint, si tratti di uno smartphone o di un notebook, è ad esempio il sistema operativo.

Un sistema operativo non adatto, o un insieme di sistemi operativi che non garantiscono sicurezza e intercomunicabilità può creare una situazione ingestibile ai margini della rete IT, portare a un eccesso di spese per le licenze, creare difficoltà gestionali e causare criticità nella sicurezza dei dati e delle applicazioni.

Per risolvere il problema alla radice IGEL ha sviluppato un sistema operativo universale con cui si è proposta di ottenere come obiettivi: il controllo granulare degli endpoint dal centro; nessun costo di licenza; spazio di lavoro familiare reso sicuro da un adeguato controllo a livello di backend; una sicurezza basata sulla tecnologa Trusted Execution; un file system a sola lettura e funzioni di autoconfigurazione volte ad assicurare il boot-up.

L'insieme di un sistema operativo comune a tutti gli endpoint e l'efficienza della gestione, ha evidenziato IGEL, ha ad esempio permesso a ABC Inc. di ottenere una diminuzione dei costi energetici del 20%, dei costi hardware del 45% e dei costi amministrativi del 75%.

Un sistema operativo su misura degli endpoint

La chiave di volta dell'approccio IGEL alla ottimizzazione degli endpoint è costituito dal software thin client Universal Desktop Converter 2 (UDC2), che costituisce l'alternativa ideata da IGEL ai tradizionali software.

Può essere installato come sistema operativo su Pc, portatili e thin client selezionati, trasformando l'hardware in un thin client basato sul software che permette l'accesso sicuro alle infrastrutture IT centralizzate.

Una volta installato, ha osservato il manager, gli utenti vengono a disporre di un accesso stabile e affidabile a servizi aziendali o nel cloud, ad applicazioni di Server Based Computing e di virtual desktop.

In pratica, i sistemi operativi di varia natura e con caratteristiche diverse presenti in modo nativo sugli endpoint vengono ad essere sostituiti ( ma non eliminati) da un sistema operativo standardizzato e unificato che ne permette la gestione centralizzata tramite il software Universal Management Suite di IGEL.

Va osservato che ai fini dell'investimento da affrontare il software UDC2 da installare sugli endpoint è offerto con la formula dell'acquisto diretto mentre il software di gestione UMS è compreso nella fornitura e scaricabile via rete.

La soluzione è disponibile in diverse modalità sotto forma di Thin Client, Zero Client, All in one.

IGEL HW
l Thin Client di IGEL

Un Client portatile su chiavetta USB

Alle versioni disponibili IGEL ha aggiunto di recente anche una soluzione portatile sotto forma di chiavetta USB, fruibile tramite qualsiasi dispositivo sia dotato di una porta USB avviabile.

Una volta inserita nel dispositivo il sistema operativo nativo viene sostituito da quello universale presente sulla chiavetta. Quando si rimuove la chiavetta il dispositivo ritorna poi al suo stato originale.

E' questo un approccio, evidenzia l'azienda, che permette sia la portabilità estrema di un dispositivo virtuale che di utilizzare dispositivi obsoleti o il cui sistema operativo nativo non sia più supportato.

In pratica, oltre a un incremento della flessibilità si può prolungare la vita di piattaforme hardware ancora valide e funzionali che andrebbero altrimenti sostituite a causa di politiche commerciali e di supporto delle release da parte dei costruttori.

Il sistema operativo Linux residente sulla chiavetta ha poche esigenze. Richiede sul dispositivo di utente la presenza di un processore X86 a 64-bit e di 2 GB di RAM.

Dispone di una memoria di 8 GB e una interfaccia USB3, il tutto in un contenitore metallico di dimensioni ridottissime. La soluzione dispone poi dei certificati CE, FCC, BSMI, RCM, KC.

Ampio lo spettro di utilizzatori per cui la soluzione, osserva Simon Richards, si rivela molto utile. Tra questi, utenti BYOD che si desidera unificare come supporto e gestione, lavoratori Home-Office, collaboratori o fornitori aziendali o consulenti finanziari/assicurativi in mobilità, oppure personale di magazzino senza un'area di lavoro fissa o postazioni condivise in ambienti call center.

IGEL USB3 PNG
Il virtual desktop sempre con te

Una partnership con Ready Informatica

Per la distribuzione in Italia della soluzione di virtual desktop, IGEL ha siglato un accordo con Ready Informatica, che ha evidenziato come la soluzione si integri bene nel suo portfolio e vada incontro alle esigenze del mercato italiano.

Si tratta di una soluzione, ha osservato Terenzio Preda, direttore commerciale di Ready Informatica, che cambia profondamente l'approccio al mercato del Thin Client, perché svincola completamente dall'hardware esistente.

PREDA Protrait
Terenzio Preda

Non si tratta più di vedere che hardware o sistemi operativi sono in azienda e con un piccolo investimento per macchina permette di dare nuova vita all'hardware e creare una infrastruttura virtuale gestibile in modo omogeneo che dal data center si estende sino a livello di dispositivo di utente.

di Giuseppe Saccardi
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