Adobe LightRoom 5, innovazioni mirate e licenze vecchio stampo
Introduzione
Tutto ci aspettavano in Adobe, meno che l'uscita della sua nuova generazione di suite grafiche, nata per il cloud, generasse commenti non tanto per le caratteristiche tecniche innovative, quanto per il cambio radicale della formula commerciale. E i commenti, parliamoci chiaro, sono stati in gran parte negativi: passare dalla formula "compro una licenza e lo posso usare per sempre" a "noleggio il programma e lo uso fino a che pago" è stata mal digerita dal 90% dell'utenza Adobe.
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![]() | Adobe Photoshop Lightroom 5 |
Due le critiche più ricorrenti: primo, il fatto che se non pago più il noleggio le mie librerie di immagini/progetti di fatto non le posso più toccare, e sono quindi ostaggio di Adobe; secondo, il costo del noleggio è uguale sia che io sia un professionista da 1000 foto al mese, sia che sia un amatore che vuole mettere a punto seriamente le foto delle vacanze, una volta all'anno.
Nonostante i mugugni, Adobe ha potuto procedere nella sua nuova politica (e con buoni risultati, pare) semplicemente perché non ha concorrenza. Fuori da Photoshop c'è il deserto, poco da fare, e per molti versi la situazione con Illustrator e Indesign è simile.
È stato quindi con un sospiro di sollievo che abbiamo accolto la notizia che il nuovo e attesissimo Lightroom 5 che, pur tecnicamente inserito nella nuova filosofia cloud di Adobe, sfugge alla nuova logica commerciale: il pacchetto viene venduto, non noleggiato, e per giunta a un prezzo invitante – ben lontano dalle esagerazioni di Photoshop. Il motivo? Chiedetelo a chi usa Apple Aperture, Corel AfterShot, o un altro dei tanti software di trattamento delle immagini RAW. Ebbene sì, Lightroom non è l'unica scelta disponibile, e Adobe lo sa bene.