Fedora Core 4
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- Pagina 11 : Conclusioni
Fedora Core 4
Poco dopo l’uscita di RedHat 9, i vertici della compagnia dal
Cappello Rosso decisero di interrompere la produzione della versione
gratuita e di finanziare, invece, un progetto in cui poter
sperimentare tutte le tecnologie più all’avanguardia e in cui
idee esterne alla compagnia avessero più facile accesso. Così,
nel 2003 nasceva Fedora Core, che eredita tutte le caratteristiche
delle precedenti versioni di RedHat.
Tra le novità più interessanti della versione 4,
Fedora Core presenta:
-
la virtualizzazione nativa tramite Xen 2, con la possibilità
di far girare sul proprio computer più sistemi operativi
contemporaneamente; -
un maggiore sicurezza grazie al potenziamento di SELinux che,
tra le altre cose, protegge i servizi (dal server web alla gestione
delle periferiche bluetooth) da eventuali attacchi; -
il supporto ai processori PowerPC, permettendo
l’installazione di Fedora Core 4 anche sugli attuali computer Apple; -
uno stack Java nativo che permette di compilare per Linux e
per il proprio processore i programmi scritti in Java.
Il kernel Linux utilizzato è la versione 2.6.11, con
numerose patch utilizzate da Fedora per aggiungere funzionalità
o correggere bachi. La parte Desktop è affidata a KDE 3.4,
Gnome 2.10, Firefox 1.04, Novell Evolution 2.2 per la posta e le
informazioni personali, e OpenOffice.org 2 per i lavori da
ufficio. Sono anche presenti gli immancabili Gimp 2.2 per il
fotoritocco e Gaim 1.3 per la messaggistica istantanea. Il server
grafico utilizzato è Xorg 6.8.1, con pieno supporto per gli
effetti di trasparenza ed ombre delle finestre (stile MacOsX, per
intenderci), effetti che, tuttavia, non sono attivati di default.
Numerosi software destinati alle installazioni di server (tra cui
Apache 2.0.54, PHP 5.0.4, MySQL 4.1.11 e Samba 3.0.14a) completano il
quadro della disponibilità di pacchetti precompilati.
L’installazione è grafica e guida l’utente nelle fasi di
setup, permettendo di automatizzare le fasi più critiche, come
la creazione delle partizioni, e semplificando la scelta del software
da installare in base all’utilizzo che si intende fare del computer.
È anche possibile scendere nei dettagli, selezionando
pacchetto per pacchetto il software da installare e creando
manualmente le partizioni. Sempre durante l’installazione, inoltre, è
possibile configurare il Firewall e scegliere se attivare SELinux.
Tutte le impostazioni sono, comunque, modificabili in seguito, ad
installazione terminata.
Fedora Core non presenta un centro di controllo unitario ma si
affida a singoli programmi, con cui è possibile gestire il
sistema, controllando in maniera semplice tutte le funzionalità
principali, dalla configurazione hardware all’aggiornamento del
software installato. In particolare, l’installazione del software
avviene tramite i pacchetti RPM (RedHat Package
Manager): ogni software disponibile per Fedora Core è
preconfezionato in un pacchetto RPM in cui sono incluse, oltre al
software stesso, le informazioni che permettono di installare il
software e di gestire anche le eventuali dipendenze. Fedora permette
di installare nuovo software sia tramite una comoda interfaccia
grafica, sia da riga di testo, utilizzando il comando yum:
in entrambi i casi i pacchetti possono essere installati da internet
o dai dischi di installazione.
Una volta avviato il sistema ed effettuato il login, l’interfaccia
appare da subito ordinata e pulita. Anche un utente alle prime armi
riesce ad ambientarsi in breve tempo e ad utilizzare gli applicativi
e gli strumenti di amministrazione. Alcune lacune, però, non
permettono di godere del sistema in tutte le sue possibilità:
sono, ad esempio, assenti il supporto nativo agli mp3 e ai dvd video.
Inoltre non è possibile accedere alle partizioni formattate
con NTFS e mancano anche alcuni importanti driver proprietari che,
nel caso di molti modem ADSL e non, rappresentano l’unica soluzione
per utilizzare il proprio hardware. Un altro grande assente è
Mono, l’implementazione open source del framework .NET. Di
conseguenza mancano anche programmi come il player multimediale
Banshee e Beagle, potente strumento di ricerca simile a Google
Desktop e ad Apple Spotlight. Purtroppo non si tratta di bachi, ma di
precise scelte
da parte del gruppo di sviluppo. Basta, comunque, una rapida
ricerca su Google per trovare i pacchetti che risolvono questi
problemi.
Fedora Core 4 è una buona distribuzione consigliabile anche
a chi si avvicina a Linux per la prima volta, soprattutto grazie alla
facilità di installazione. È un vero peccato che alcune
discutibili scelte del team di sviluppo sacrifichino la praticità
e la disponibilità di software senza nessun reale vantaggio
per l’utente finale.
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