Hardware Open Source, diamoci uno standard
L’hardware open source avrà presto uno standard condiviso. Per hardware open source s’intendono “oggetti tangibili – macchine, dispositivi o altre cose fisiche – il cui design è stato rilasciato al pubblico in modo che chiunque possa realizzare, modificare, distribuire e usare questi oggetti”.
Le prime versioni draft (bozza) sono già state scritte (l’ultima è la 0.3) e sono composte da 11 punti. Gli elementi base dello standard sono i seguenti: documentazione; software necessario; lavori derivati; redistribuzione gratuita; attribuzione; non fare discriminazione verso persone, gruppi e ambiti d’uso; licenza di distribuzione; la licenza non deve essere specifica di un prodotto; la licenza non deve limitare altro hardware o software; la licenza deve essere tecnologicamente neutrale.
Ci sono almeno 13 aziende che producono hardware open source, con un fatturato aggregato annuo di 1 milione di dollari. Lo standard è stato stabilito da un folto gruppo di firmatari tra cui troviamo Chris Anderson (Wired e DIY Drones), Phil Torrone di Make magazine, David Mellis e Massimo Banzi di Arduino, Limor Fried di Adafruit e Ayah Bdeir di Eyebeam.