Il workflow ideale
- Pagina 1 : Lightroom vs. Aperture: sfida a due per il fotoritocco di alto livello
- Pagina 2 : L’organizzazione degli scatti
- Pagina 3 : L’interfaccia
- Pagina 4 : Il workflow ideale
- Pagina 5 : Le funzioni di fotoritocco fondamentali
- Pagina 6 : I Quick Brush e i Pennelli di regolazione
- Pagina 7 : Le funzioni supplementari
- Pagina 8 : La sezione di output
- Pagina 9 : Conclusioni
Il workflow ideale
Le differenze d'interfaccia tra Lightroom e Aperture sono in parte dovute a una diversa impostazione logica: Lightroom è diviso nettamente in cinque sezioni (Libreria, Sviluppo, Presentazione, Stampa, Web) che corrispondono ad altrettante fasi del flusso di lavoro di un fotografo che abbia terminato una sessione di scatto; Aperture non prevede questa distinzione ma mostra sempre tutte le funzioni possibili, perlopiù organizzate nei tre sotto-pannelli (Library, Metadata, Adjustments) a sinistra. È un elemento di cui va tenuto conto perché è opportuno scegliere il programma che si adatta meglio al modo di lavorare che già si adotta.
Aperture "dimentica" subito le cartelle da cui abbiamo estratto le immagini: la sua entità logica di base sono i Project, contenitori virtuali slegati dalla struttura fisica del disco.
La creazione di uno Smart Album in Aperture è quasi identica a quanto visto in Lightroom per le Raccolte dinamiche.
I progetti sono inoltre dei contenitori più trasversali delle cartelle: possono contenere anche, ad esempio, una presentazione realizzata con le immagini di quel particolare progetto, oppure una pagina web che le mostri seguendo un certo template. Insieme ai progetti è possibile creare l'analogo delle Raccolte di Lightroom: in Aperture si chiamano Album se sono statiche e Smart Album se sono dinamiche.
Lightroom ha mutuato il workflow di chi usa la Creative Suite e di solito Photoshop non lo lancia nemmeno se prima non ha completato in Bridge la selezione degli scatti migliori. In Lightroom, idealmente, si dovrebbe restare nella sezione Libreria fintanto che non si sono classificati tutti gli scatti: eliminati quelli scadenti, votati (sia Lightroom che Aperture prevedono una classificazione da 0 a 5 "stelline", più altre per colore o per flag) gli altri, associati tag e altri tipi di metadati a ciascuna immagine. Fatto questo si passa alla sezione Sviluppo per le operazioni di fotoritocco, poi alle sezioni Presentazione, Stampa o Web a seconda che si voglia produrre come output rispettivamente uno slideshow, delle stampe su carta o una galleria d'immagini da pubblicare su Internet.
In Aperture queste fasi non sono distinte in modo netto. Ad esempio, anche quando ci si trova in una fase di lavoro che dal punto di vista logico è conclusiva, come l'ottimizzazione di uno slideshow, sono ancora a portata di clic i comandi per altri passi concettualmente iniziali, come la modifica dei metadati di uno scatto. La libertà di movimento è un bene, ma se si preferisce operare in modo sequenziale è l'utente a doversi porre dei limiti che il software non dà: talvolta in Aperture si rischia, saltando troppo da una parte all'altra dell'interfaccia, di "perdersi" e di non avere chiaro come ritornare a ciò che si stava facendo qualche momento prima.
- Pagina 1 : Lightroom vs. Aperture: sfida a due per il fotoritocco di alto livello
- Pagina 2 : L’organizzazione degli scatti
- Pagina 3 : L’interfaccia
- Pagina 4 : Il workflow ideale
- Pagina 5 : Le funzioni di fotoritocco fondamentali
- Pagina 6 : I Quick Brush e i Pennelli di regolazione
- Pagina 7 : Le funzioni supplementari
- Pagina 8 : La sezione di output
- Pagina 9 : Conclusioni
Indice
- 1 . Lightroom vs. Aperture: sfida a due per il fotoritocco di alto livello
- 2 . L’organizzazione degli scatti
- 3 . L’interfaccia
- 4 . Il workflow ideale
- 5 . Le funzioni di fotoritocco fondamentali
- 6 . I Quick Brush e i Pennelli di regolazione
- 7 . Le funzioni supplementari
- 8 . La sezione di output
- 9 . Conclusioni