Le funzioni supplementari
- Pagina 1 : Lightroom vs. Aperture: sfida a due per il fotoritocco di alto livello
- Pagina 2 : L’organizzazione degli scatti
- Pagina 3 : L’interfaccia
- Pagina 4 : Il workflow ideale
- Pagina 5 : Le funzioni di fotoritocco fondamentali
- Pagina 6 : I Quick Brush e i Pennelli di regolazione
- Pagina 7 : Le funzioni supplementari
- Pagina 8 : La sezione di output
- Pagina 9 : Conclusioni
Le funzioni supplementari
Aperture e Lightroom si rivolgono ai fotoamatori evoluti, ma per quanto riguarda le funzioni davvero di nicchia che i professionisti richiedono, specie chi lavora in studio, i due software non vanno oltre qualche finezza.
L'eredità più professionale di Lightroom per molti versi si nota: soprattutto, il software Adobe può contare sulla possibilità di gestire in maniera più precisa la calibrazione delle fotocamere. Laddove Aperture gestisce solo i profili ICC e la calibrazione scattando una foto del tradizionale cartoncino grigio al 18 percento, Lightroom è in grado di utilizzare i profili creati con il più completo Colorchecker di X-Rite e il suo software di supporto. Esistono poi degli script che permettono di modificare in modo mirato i parametri della sezione Calibrazione fotocamera, anche se con questo metodo tutto il processo si fa più complicato.
Qualche vantaggio in più Lightroom lo ha anche per quanto riguarda l'arricchimento del software attraverso plug-in e preset sviluppati da terze parti: per entrambi questi componenti l'offerta sul mercato, tra estensioni gratuite e a pagamento, è molto più ampia che per Aperture. Non è un demerito di Apple, semplicemente Lightroom ha attirato subito l'interesse di chi già sviluppava "accessori" software per il fratello maggiore Photoshop.
La sezione di Lightroom dedicata alla correzione delle aberrazioni cromatiche e della distorsione può contare su un database degli obiettivi più comuni.
Sia Lightroom che Aperture supportano il tethering, ossia la possibilità di scattare fotografie direttamente da "dentro" il programma, impostando i parametri di scatto e salvando direttamente su disco l'immagine prodotta dopo aver collegato la fotocamera al computer via USB. In questo Aperture ha un approccio più semplice e nei nostri test è risultato immediatamente compatibile con un maggior numero di fotocamere, mentre Lightroom è stato di gusti più difficili.
Quando invece si guarda a funzioni aggiuntive meno tecniche, piacevoli per gli utenti più "disimpegnati", si vede l'esperienza che Apple ha maturato con il piccolo iPhoto. Le funzioni Faces, per il riconoscimento automatico dei volti nelle fotografie, e Places, che gestisce la geolocalizzazione automatica e manuale degli scatti interfacciandosi con Google Maps, derivano proprio da iPhoto e in Aperture sono state solo lievemente adattate all'impiego più professionale. Non è ancora ben chiaro quanto Faces e Places abbiano trovato estimatori "pro", vale la pena ricordare che almeno Faces è una funzione esigente dal punto di vista dell'elaborazione delle immagini e potrebbe rallentare molto computer poco dotati.
Aperture vince poi dal punto di vista "social": l'integrazione con Facebook e Flickr è evidente già nella barra strumenti, mentre solo da poco Flickr è tra le opzioni di esportazione di Lightroom.
- Pagina 1 : Lightroom vs. Aperture: sfida a due per il fotoritocco di alto livello
- Pagina 2 : L’organizzazione degli scatti
- Pagina 3 : L’interfaccia
- Pagina 4 : Il workflow ideale
- Pagina 5 : Le funzioni di fotoritocco fondamentali
- Pagina 6 : I Quick Brush e i Pennelli di regolazione
- Pagina 7 : Le funzioni supplementari
- Pagina 8 : La sezione di output
- Pagina 9 : Conclusioni
Indice
- 1 . Lightroom vs. Aperture: sfida a due per il fotoritocco di alto livello
- 2 . L’organizzazione degli scatti
- 3 . L’interfaccia
- 4 . Il workflow ideale
- 5 . Le funzioni di fotoritocco fondamentali
- 6 . I Quick Brush e i Pennelli di regolazione
- 7 . Le funzioni supplementari
- 8 . La sezione di output
- 9 . Conclusioni