P2P: attenti alla privacy, non solo al copyright
Abbiamo già parlato dei problemi legati alla condivisione di
file tramite software di Peer-to-Peer, che ledono leggi sui diritti di autore e
possono implicare denunce o, più in generale, l'insorgere di scomode situazioni
come quella del caso Peppermint.
Chi fa uso di questi programmi, e mette a disposizione ad
altri utenti file protetti da copyright, deve essere consapevole del suo
operato e delle implicite conseguenze. Tuttavia un utente medio potrebbe non
rendersi conto di essere in una condizione a breve termine molto più rischiosa
che potrebbe mettere a repentaglio la sua privacy.
Una recente ricerca ha mostrato che la natura di alcuni
programmi P2P, che seguono il concetto di "Do Ut Des", cioè di dare
per avere, se male utilizzati potrebbero aprire le porte a malintenzionati che
vogliono impadronirsi delle informazioni private degli appartenenti a questa
cerchia. Cerchiamo di capire meglio: se volete scaricare molti file
velocemente, dovrete sottostare a una gerarchia, delineata in base a quanto nel
corso del tempo avete contribuito alla comunità, cioè quanti file avete messo a
disposizione e in quale misura. Il sistema P2P Direct Connect ne è forse
l'esempio più semplice da capire, dato che per collegarsi a determinati HUB,
dovrete mettere a disposizione una certa quantità di file, requisito che arriva
anche a decine di Gigabyte.
Gli utenti che vogliono collegarsi agli HUB più forniti,
specialmente i neofiti che non hanno un'approfondita conoscenza del programma,
tendono a condividere indiscriminatamente un'ampia porzione dell'hard disk, in
alcuni casi intere unità, dove sono memorizzati qualsiasi sorta di file. La
stessa regola vale in generale anche per gli altri sistemi di P2P.
Effettuando ricerche tramite i motori interni dei software,
utilizzando determinate parole chiave, sarà quindi possibile trovare documenti
come fatture, file di testo in cui l'utente ha memorizzato i dati di accesso
alla banca on-line, rubriche telefoniche, e così via. Pare chiara la semplicità
con cui un altro utente P2P possa scaricare i suddetti file e venire a
conoscenza di informazioni private.
Insomma, il nostro suggerimento, rivolto specialmente a chi
ha qualche difficoltà a destreggiarsi con i computer, è di stare sempre molto
attenti alla configurazione dei software P2P, e di non condividere mai l'intero
hard disk, ma di prendere le giuste precauzioni e di limitarsi a una singola
cartella. Ovviamente vi invitiamo a desistere dall'utilizzo dei programmi P2P
in maniera impropria, e vi ricordiamo che condividere materiale protetto da
Copyright è illegale e perseguibile per termini di legge.