PSP venduta sottocosto per imporre lo standard
Nessun profitto per la PSP nei primi mesi dal lancio. A rendere noto che la PlaySation
portatile annunciata ufficialmente nel corso dell’E3 di Los Angeles non porterà
soldi in cassa è la stessa Sony che non si attende profitti per un certo
tempo.
Le ragioni per cui la PSP non produrrà profitti sono quelle che solitamente
affliggono questo tipo di dispositivi per l’intrattenimento interattivo e in
particolare le console: i costi di sviluppo e le componenti hardware, molto
costose, farebbero superare al gadget il livello massimo accettabile dal mercato
e, dunque, ne frenerebbero la diffusione. Di qui la necessità di venderlo
sottocosto per imporne lo standard e accrescere lo sviluppo di giochi, quest’ultimo
il fattore di maggior profitto per il produttore che vende in licenza i tools
e le tecnologie per la loro programmazione.
La PSP, d’altra parte, contiene tecnologie significative anche per il resto
dell’industria che Sony spera di imporre anche in altri campi. E’ il caso del
disco UMD (Universal Media Format) al quale si sarebbero interessate sia le
case cinematografiche che quelle musicali. UMD, per dimensioni fisiche, la capacità
e il sistema di protezione dei dati potrebbe essere utile anche per la distribuzione
di contenuti digitali in futuri dispositivi portatili. Sony, per bocca del responsabile
della filiale americana Kaz Hirai, ammette di essere ambiziosa sul futuro di
UMD di puntare alla sua diffusione anche in altri ambiti e per questo di avere
avviato un colloquio con altre realtà che operano nel campo hardware.
La PSP, il progetto più importante nell’ambito dei giochi per Sony dal
lancio della PlayStation 2, arriverà in Giappone prima di Natale. Il
debutto in Europa è atteso per i primi mesi del 2005.