Un nuovo supercomputer per studiare le onde gravitazionali
La ricerca scientifica gode da oggi di un aiuto in più. Al Max Planck Institute for Gravitational Physics (Albert Einstein Institute, AEI) è stato "messo in moto" il nuovo supercomputer Minerva, sei volte più veloce del suo predecessore, in grado di offrire una potenza di picco di 302,4 teraflop/s.
Siamo ben lontani dai supercomputer più veloci al mondo, ma con i suoi 9504 core e 38 terabyte di memoria questo sistema permetterà di calcolare molte più forme d'onda gravitazionali e anche di svolgere simulazioni più complesse.

Queste increspature nello spazio tempo – misurate direttamente per la prima volta nel settembre 2015 – hanno origine quando si fondono oggetti voluminosi come buchi neri e stelle di neutroni. Per ottenere le forme esatte delle onde gravitazioni emesse è necessario risolvere complesse equazioni di campo non lineari. Ed è qui che Minerva giocherà un ruolo fondamentale.
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"Questo tipo di calcoli ha bisogno di molta potenza e richiede molto tempo. La simulazione della prima onda gravitazionale misurata da LIGO è durata tre settimane sul precedente supercomputer Datura", ha affermato Alessandra Buonanno, direttore dell'AEI. "Minerva è decisamente più veloce e così possiamo reagire persino più rapidamente alle nuove rilevazioni e calcolare più segnali".
Dal punto di vista delle specifiche tecniche, Minerva ha 594 nodi di calcolo, ciascuno formato da due processori a otto core Intel Xeon E5-2630 v3 (2,4 GHz), 64 GB di memoria DDR4, per un totale di 9504 core. Il supercomputer usa l'interconnessione Intel Omni-Path (58 Gb/s node-switch, 100 Gb/s switch-switch), file system parallelo BeeGFS da 500 TB e sistema operativo Linux.
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