Prosegue la battaglia di Altroconsumo nei confronti di Samsung, che secondo l'associazione di consumatori avrebbe indicato valori di memoria disponibile non rispondenti al vero su alcuni dispositivi. Stamane infatti i giudici del Tribunale di Milano I giudici hanno rigettato il ricorso del colosso coreano nei confronti dell'annunciata class action da parte di Altroconsumo, confermando così integralmente la precedente ordinanza, in cui l'azione di classe era appunto stata dichiarata ammissibile.

Tutto era partito dal fatto che durante alcune analisi in laboratorio, i tecnici di Altroconsumo avevano dimostrato che in alcuni modelli di smartphone e tablet venduti fino al dicembre 2014 la memoria mediamente per un terzo della capacità dichiarata dal produttore era già occupata da sistema operativo e app preinstallate.

Uno scostamento tra memoria dichiarata e effettiva che arrivava sino al 40% e che agli utenti più preparati può anche sembrare scontata ma che l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva già sanzionato nel 2014 con una multa di un milione di euro, in quanto pratica commerciale scorretta.

Ora Altroconsumo ha tempo fino al prossimo 28 novembre per raccogliere e depositare le adesioni. Ovviamente ricordiamo che aderire alla class action non equivale ad ottenere con certezza un risarcimento, né il via libera dato dal Tribunale di Milano all'azione stessa equivale a una sentenza di colpevolezza per Samsung. Dovrà essere infatti un giudice, all'interno di un regolare dibattimento, a valutare i pro e i contro ed emettere una sentenza.

"Rispedito al mittente il clamoroso tentativo senza successo da parte di Samsung di far cadere l'azione di classe in extremis", ha commentato Ivo Tarantino, responsabile Relazioni esterne di Altroconsumo. "Per Altroconsumo un'altra vittoria a favore dei consumatori. Ora l'azione andrà avanti con la raccolta delle adesioni prevista a partire dal 1 luglio prossimo."

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