Edicola digitale: Apple nel mirino dell’antitrust
Apple ha imposto agli editori di Belgio e Olanda di vendere abbonamenti per iPad a riviste e quotidiani digitali solo mediante l’iTunes Store. Il Belgio potrebbe aprire un’indagine per abuso di posizione dominante.
Apple è di nuovo nel mirino della Commissione Europea per la Concorrenza
L’azienda di Cupertino incasserebbe il 30 percento su ciascuna vendita. Inoltre, la mossa di Apple ostacolererebbe la nascita e l’espansione di servizi concorrenti, come l’edicola digitale di Google (L’edicola di Google sarà all’altezza dell’App Store?) e i servizi che Android intende includere nel suo Markeplace.
L’azienda di Cupertino, quindi, potrebbe tornare ad essere oggetto di una indagine formale, se i controlli preliminari dovessero riscontrare problemi o irregolarità . In questo frangente il caso Apple potrebbe essere trasferito alla Commissione Europea della Concorrenza.
Un portavoce del ministero dell’Economia del Belgio ha spiegato che “Il Belgio è il primo Paese a condurre un’investigazione, ma non credo che sarà l’ultimo.”
Apple ha imposto agli editori di Belgio e Olanda di vendere gli abbonamenti alle versioni digitali per iPad dei loro giornali solo tramite iTunes
Inoltre, la scorsa settimana Apple ha comunicato agli editori che dal primo aprile non potranno più regalare gli abbonamenti per iPad ai clienti che ne hanno sottoscritto uno alla versione cartacea. Questo significa che i lettori interessati sia alla versione digitale sia a quella cartacea dovranno pagare due volte per lo stesso contenuto: un’eventualità poco appetibile per il pubblico.
Una possibile soluzione al problema potrebbe arrivare dal modello di vendita che è stato concordato per la versione digitale di The Daily. Il quotidiano di Murdoch costerà 99 centesimi alla settimana, da incassare tramite un nuovo sistema di pagamento che dovrebbe consentire un addebito automatico su base mensile o settimanale.
La Commissione Europea potrebbe aprire un’indagine per abuso di posizione
Apple non è nuova alle indagini della Commissione Europea: lo scorso anno l’azienda ha dovuto cambiare i suoi piani per ben due volte dietro pressione della Commissione Europea per la Concorrenza. La prima volta ha dovuto permettere agli sviluppatori di usare strumenti di programmazione di terze parti per la codifica di applicazioni per l’iPhone (Apple rivoluziona la policy software dell’iPhone).
La seconda volta ha dovuto togliere le restrizioni di garanzia che impedivano di avvalersi del servizio di riparazione se l’iPhone era stato acquistato in un Paese membro dell’Unione Europea diverso da quello di residenza (Apple apre l’iPhone, l’UE applaude. Stop alle indagini).
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