Huawei Honor 7 utilizza un metodo innovativo per processare le foto
Lo Huawei Honor 7 è sul mercato da meno di un mese ma di lui sappiamo già tutto, che è un ottimo smartphone con tante caratteristiche interessanti e che sta vedendo molto bene, avendo raccolto oltre 9 milioni di prenotazioni in Cina soltanto la prima settimana, l'abbiamo anche fatto a pezzi per scoprirne tutti i segreti, ma uno, fino ad oggi, è stato ottimamente custodito, quello inerente la qualità delle foto catturate, che sono davvero notevoli.
Certo, si potrebbe pensare che gran parte del merito vada al sensore da ben 20.7 Mpixel realizzato da Sony, all'obiettivo particolarmente luminoso con apertura pari a f/2.0 o ancora all'autofocus a rilevazione di fase, che consente di mettere a fuoco virtualmente all'istante, in realtà in appena 0.1 secondi.

Tutto vero, ma non è tutto: la parte più innovativa dell'approccio adottato dagli ingegneri Huawei riguarda piuttosto l'elaborazione delle immagini, sia di quelle catturate dal sensore frontale che da quello posteriore, in grado di produrre risultati notevoli. Insomma il vero asso nella manica sta altrove. Dove?
Nella capacità dell'Honor 7 di suddividere i diversi passaggi di elaborazione delle immagini catturate, distribuendoli tra CPU e GPU, e assegnando ogni volta il singolo task al chip più adatto per caratteristiche a un determinato tipo di lavoro. Tutto questo Huawei l'ha ottenuto utilizzando le API OpenCL, che si occupano appunto di dividere e distribuire l'intero lavoro, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.