Smartphone e ali di aereo che si rimarginano come la nostra pelle
Lo smartphone, il tablet, le ali di un aeroplano o anche semplicemente lo smalto per le unghie che si auto riparano potrebbero essere realtà fra 5 anni grazie un materiale rivoluzionario. Lo sta sviluppando un gruppo di ricercatori presso l'Università di Bristol.

Si tratta proprio di un composto a base di elementi chimici basati sul carbonio che ha la capacità di produrre, in caso di graffio o rottura superficiale, uno strato di milioni di micro sfere riparanti. In pratica si assisterebbe alla fuoriuscita di una sorta di liquido polimerizzante che andrebbe a riempire che fratture provocate da incidenti o stress superficiali.
"Ci siamo ispirati al corpo umano", ha spiegato il responsabile del progetto Duncan Wass al quotidiano The Indipendent. "Non ci siamo evoluti per sopportare qualsiasi danno – se fosse stato così avremmo avuto una pelle spessa come un rinoceronte – ma se subiamo un danno, sanguiniamo, viene una crosticina e guariamo. Abbiamo messo questa sorta di funzione in un materiale sintetico: abbiamo qualcosa che sa auto curarsi".

In alcuni casi in laboratorio sono riusciti a ottenere un "recupero" del 100%. Il potenziale quindi è enorme e potrebbe trovare spazio in ogni settore. Non a caso L'Oreal si è già fatta sentire per realizzare uno smalto per unghie con queste caratteristiche. Si parla anche di vernici per auto, telai di biciclette, turbine, parabrezza, etc. Fermo restando il fatto che il primo settore di interesse è quello dell'aviazione.
Non si esclude anche la possibilità di realizzare una formula che possa essere aggiunta ai materiali già impiegati in ambito industriale. Sotto il profilo produttivo sarebbe ancora più facile.