Xiaomi punta a diventare il primo produttore di smartphone al mondo entro 5 – 10 anni al massimo. "L'India sta diventando il nostro più grande mercato straniero. Nel giro di cinque o 10 anni abbiamo l'opportunità di diventare il numero uno globale nel settore degli smarpthone", ha affermato l'amministratore delegato e fondatore Lei Jun.

L'azienda cinese è decisamente ambiziosa, ma non si può che riconoscerle il merito di aver scalato in quattro anni (è stata fondata nell'aprile 2010) il mercato, andando a infastidire i giganti del mercato, Apple e Samsung su tutti. Oggi, infatti, è la terza forza del settore.

Una crescita che pare inarrestabile se pensiamo che è stata raggiunta vendendo terminali in Cina e in pochi altri paesi emergenti. Se Xiaomi dovesse espandere la propria rete a molte altre nazioni, guadagnerebbe facilmente ulteriori quote di mercato. Nulla, insomma, le è precluso.

Secondo Lei Jun, Xiaomi conta oggi 70 milioni di utenti attivi e questo numero potrebbe salire a 200 milioni il prossimo anno grazie a vendite di smartphone dovrebbero aggirarsi attorno ai 100 milioni. Numeri che hanno indotto il CEO a definire la propria creatura un "piccolo miracolo".

Le affermazioni di Lei Jun hanno però trovato almeno una voce scettica nell'industria. E indovinate di chi? Quella di Apple. Tra le due aziende c'è astio, inutile negarlo, soprattutto dopo che il designer dei dispositivi della Mela, Jonathan Ive, ha accusato il produttore cinese di copiare l'iPhone, e di non esserne per nulla felice. "È facile a dirsi, difficile a farsi", ha affermato il capo del dipartimento legale di Apple, lasciando intendere che la partita è aperta e le difficoltà per Xiaomi, in futuro, potrebbero farsi maggiori. Chi avrà ragione?

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