Xiaomi si prepara a fare i propri processori, stoccata a Qualcomm
Xiaomi sta pensando di prodursi in proprio i processori per i propri smartphone. Ad affermarlo è la testata cinese Mydrivers, che rafforza così una voce di corridoio già circolata alcune settimane fa. Secondo MyDrivers l'azienda, che si autodefinisce "l'Apple dell'Asia" starebbe pensando per ora ai modelli di fascia bassa e media.

Si tratterebbe di un cambiamento di grande impatto nel mondo degli smartphone, perché Xiaomi è tra i più grandi produttori al mondo. Anche se il marchio in Italia è noto solo ad alcuni appassionati, alcuni dei quali lo preferiscono di gran lunga a quelli più famosi, in Cina e Asia quest'azienda è una vera e propria forza della natura. Tanto che di recente, pare, abbia venduto ben 800.000 Redmi Note 2 in solo 12 ore.
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Un colosso del genere che passa a progettare e realizzare i propri chip, quindi, darebbe un forte scossone a tutta la catena produttiva. A farne le spese sarebbe soprattutto Qualcomm, che è appunto il fornitore principale (ma non l'unico) di Xiaomi per quanto riguarda i microprocessori.
L'eventualità sarebbe probabilmente disastrosa per Qualcomm, che rischierebbe di perdere ordini per milioni di dollari l'anno. Un danno che si andrebbe ad aggiungere alla serrata concorrenza, soprattutto da parte di MediaTek ma anche di alcuni produttori minori.
Tra l'altro l'azienda statunitense già naviga in acque turbolente: gli ultimi dati indicano profitti in drastico calo, e si prospettano migliaia di licenziamenti. Perdere un cliente come Xiaomi aggraverebbe una situazione già difficile da una parte, e dall'altra sposterebbe ulteriormente verso Oriente il settore dei semiconduttori.
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