Che delusione!

Passiamo ora al sistema di progressione del personaggio. Ogni archetipo (avrete una scelta tra Guerriero, Ladro e Mago) dispone da cinque a sei alberi di abilità (skill tree), tutti piuttosto limitati, ma con la sufficiente varietà per adattarsi ai vari tipi di giocatori. Il ladro si specializzerà nella persuasione o nelle armi a distanza, mentre il guerriero sceglierà tra armi a due mani – per causare il massimo dei danni – o un’arma e uno scudo per il tanking. Infine, il mago si concentrerà sui danni di massa o sulle cure. Le magie scagliate dai nostri compagni nell’aera circostante ci saranno indifferenti, contrariamente a quanto succedeva nel primo capitolo, rendendo il gioco ancora più rude.

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Superato il livello 7 avrete accesso ad un nuovo skill tree, più ricco di novità per chi vuole specializzarsi in abilità precise. Per quanto riguarda il rafting (la produzione di oggetti), è possibile creare le proprie pozioni, trappole e rune di miglioramenti rivolgendosi al negozio adeguato e usando il banco da lavoro messo a disposizione. Le trappole sarebbero state davvero utili, ma non sono molto usate, dato che l’azione è privilegiata rispetto alla strategia. In effetti non vale nemmeno la pena di perdere tempo per disattivarle, visto che i punti vita si raccolgono un secondo dopo il loro scoppio.

La stessa morte è poco penalizzante. Se un personaggio beve una pozione della vita, può risvegliarsi alla fine di un combattimento con la barra della vita completamente vuota. Bisognerà quindi ricevere cure per le ferite e per ritrovare la forma fisica. Un sistema semplificato che impoverisce enormemente il gameplay. L’avrete capito, i combattimenti di Dragon Age 2 hanno perso tutta la loro essenza per privilegiare un’azione accessibile alla maggior parte dei giocatori così come una difficoltà quasi inesistente.

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Purtroppo, il gioco ha anche sequenze di dialogo davvero noiose. La trama e le missioni extra non riescono a farci immedesimare totalmente nel personaggio. Inoltre, gli altri personaggi non cessano di chiacchierare inutilmente e in continuazione. Passerete la metà del vostro tempo ad ascoltare doppiaggi ridicoli e a osservare buffe espressioni del viso . Nemmeno le animazioni aiutano a risolvere la situazione catastrofica dei dialoghi. Si ha la sensazione di veder muovere dei playmobil.

Per questo, si va di missione in missione seguendo le freccette sulla mini mappa senza nessun reale interesse. Gli sfondi sono molto limitati: si visita la città di Kirkwall durante il giorno e la notte oltre a qualche zona esterna, come la cima di una montagna, una zona costiera e una miniera buia e inquietante. L’insieme ha texture davvero inguardabili con una resa imprecisa e difficile da sopportare dopo qualche ora. Per fortuna, le zone sono una più piccola dell’altra, e si raggiunge in maniera semplice e rapida la fine.

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Solo la modellizzazione dei personaggi e la cura dei dettagli salvano l’aspetto grafico del gioco. Purtroppo gli elfi sono da escludere: incrocio improbabile tra una faina e un ratto! Infine, il framerate: le nostre sessioni di gioco hanno sofferto solo di qualche rallentamento durante le scene di dialoghi, tranne alla fine del gioco in cui non si riuscivano a superare le 35 immagini al secondo.