Resta giù

Ritornando alla telecamera, l’unica disponibile si posiziona alle spalle del proprio personaggio, offrendo sempre un ottimo angolo visivo. Il gioco favorisce inoltre il controllo del busto, permettendo quasi sempre di schivare i colpi con velocità e precisione. Unico reale neo di questa piacevole produzione è la gestione del recupero delle forze dopo essere finiti al tappeto: tramite lo stick analogico, infatti, bisogna bilanciare lo sguardo del pugile centrando un indicatore disposto in basso a destra. L’idea in sé è apprezzabile, ma a conti fatti è viziata da un’eccessiva sensibilità dello stick e da una concreta mancanza di tempo (da 1 a 10 è un attimo), due aspetti che sommati insieme creano una spiacevole sensazione di impotenza. Perdere a ripetizione un incontro, quindi, è una costante difficilmente evitabile, in particolar modo sul finale della modalità Carriera, quando l’I.A. della CPU cresce in maniera piuttosto rapida. Un vero peccato, poiché questa indiscutibile pecca traduce l’esperienza di gioco in un concentrato di frustrazione (un game over per un solo KO dopo aver steso Ivan Drago quattro volte di seguito non è proprio il massimo della vita…).